Sicilia, la Regione taglia le società partecipate, ne restano solo dieci

Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, la Regione Siciliana ha adottato il piano dell’Assessore all’Economia Alessandro Baccei che taglia in maniera consistente il numero delle società partecipate della Regione. Ne resteranno comunque dieci. Fino a pochi anni fa erano ben 34 le società partecipate dalla Regione, carrozzoni utili solamente a creare debiti e ad impostare politici trombati alle elezioni. Poi ne sono rimaste 18, adesso altre 8 spariscono secondo il piano del Governo Crocetta. Ma il piano è molto più drastico rispetto alle anticipazioni, perché, ad esempio, delle 10 società salvate, tre, Sviluppo Italia, Mercati agroalimentari e Parco scientifico e tecnologico, chiuderanno probabilmente per le forti passività. Infatti, se anche il 2015 dovesse chiudersi in perdita, sarebbe il quarto bilancio in passivo consecutivo, e scatterebbe in automatico la liquidazione. In ogni caso, tutte le società partecipate dalla Regione dovranno essere rimesse a nuovo, con costi tagliati e meno lavoratori. Sarà necessario fare per ognuna un nuovo piano industriale, e la Regione ridurrà drasticamente i finanziamenti.

Le 10 società che restano in vita in questa fase sono Azienda siciliana trasporti, Sas, Sicilia e Servizi, Riscossione Sicilia, Irfis, Sviluppo Italia, Mercati agroalimentari di Catania, Siciliacque, Parco scientifico e tecnologico, Seus 118. Mentre le 8 di cui la Regione ha deciso di disfarsi sono Sicilia patrimonio immobiliare, Mediterranea Holding (la compagnia di navigazione), Interporti, Distretto tecnologico Nano e Micro sistemi, Distretto tecnologico Navtec, Distretto Agrobio-pesca e Airgest (la società che controlla l’aeroporto di Trapani).
Il risparmio per la Regione? Non si sa. Nella relazione è infatti scritto che «non vi sono gli elementi necessari per quantificare il risparmio in caso di dismissione di tutte le partecipazioni».

Sicilia Patrimonio Immobiliare (SPI) verrà messa in liquidazione. Il presidente Vincenzo Lo Re annuncia ricorso al Tar contro la decisione della Regione perchè sostiene che la sua società sia in attivo e produca utili per la Regione. Lo scorso Gennaio Crocetta presentò un dossier su Spi circa:  la partecipata regionale nell’occhio del ciclone  ha venduto 34 immobili della Regione  a prezzi sottostimati, poi subito “affittati”…. alla Regione a canoni salatissimi. E sulle operazioni della Spi ci sono diverse relazioni della Corte dei Conti. L’altra società che verrà messa in liquidazione è l’Interporti: avrebbe dovuto realizzare infrastrutture interoportuali e costa alla Regione, solo per il personale e le spese fisse, un milione di euro l’anno.

Di Italkali (produzione di sale) e di Airgest (gestione dell’aeroporto di Trapani) verranno vendute le quote. Si farà un avviso pubblico con diritto di prelazione ai soci, se nessuno si fa avanti in sei mesi si aprirà la vendita a chi è interessato. Sono le uniche società che hanno un certo appeal per il mercato. Difficilmente, invece, le quote delle altre società susciteranno interesse. In questo caso si procederà alla liquidazione.

Il piano di dismissione si rende urgente  – dicono alla Regione – perchè è una delle condizioni poste da Roma per avere gli aiuti per raddrizzare i conti della Regione: 1,6 miliardi di euro.