Sicilia, l'Anci contro l'accorpamento dei piccoli comuni

“Accorpare i Comuni con popolazione fino a 5000 abitanti sarebbe un vero e proprio oltraggio alla storia e alle tradizioni che hanno  caratterizzato e caratterizzano, ancora oggi, le diverse identità territoriali  e rischierebbe di compromettere il valore derivante dalle diverse specificità  culturali che costituiscono una delle principali ricchezze della Sicilia” ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia  intervenendo in merito alla proposta di legge finalizzata all’accorpamento o cancellazione dei piccoli comuni, su cui già si sono espressi anche gli amministratori madoniti.

“L’idea, più volte riproposta in ambito nazionale e regionale,  di incidere sull’assetto di governo del territorio  attraverso la cancellazione o l’accorpamento di comuni con meno di 5.000  abitanti – continua Orlando congiuntamente al Segretario Generale dell’Associazione dei Comuni siciliani – è il frutto di una visione semplicistica di ‘ingegneria legislativa’ che non coglie le tante specificità  territoriali che vanno ben oltre la dimensione demografica di una comunità. Per ottenere risparmi alla spesa della pubblica amministrazione locale e per garantire la qualità e l’efficienza dei servizi erogati al cittadino non basta fissare rigidi limiti di carattere legislativo, ma occorre occuparsi concretamente di come incentivare gestioni associate di servizi tra i diversi enti. Ogni scelta che incide sull’aspetto di governo del territorio non può essere imposta dall’alto, ma deve essere necessariamente condivisa da quelle autonomie locali, che in base All’art. 5 della Costituzione, la Repubblica “riconosce e promuove”  e che sono capaci di garantire quotidianamente servizi ai cittadini”.

“Per garantire una maggiore efficienza dei servizi le strade da perseguire sono altre, sono state in più occasioni ribadite dall’Anci  e vanno – conclude Alvano –   nella direzione degli incentivi alle gestioni associate tra comuni, da realizzare attraverso  unioni e convenzioni e mediante processi volontari di fusione, che prescindano da qualsivoglia quantificazione di carattere demografico”.