La teoria economica Memmt è approdata a Palermo con Warren Mosler e Paolo Barnard

barnard-moslerLa Mosler economics modern money theory for public purpose, la moderna teoria monetaria conosciuta con l’acronimo Memmt, è approdata a Palermo con il suo ideatore, Warren Mosler e il suo massimo esponente italiano Paolo Barnard.

L’atrio di Palazzo Comitini, sede della Provincia di Palermo, ha accolto l’economista americano e il giornalista italiano, che sono in tour per l’Italia per incontrare i sindaci e spiegare loro il perché “l’austerità è un crimine contro l’umanità”. La teoria, infatti, si fonda sul rigetto delle politiche di austerità e propone una neokeynesiana ricetta per uscire dalla crisi che si basa su due pilastri: alleviare i parametri che non permettono agli Stati di fare deficit e fare in modo che ogni Stato possa stampare moneta.

Paolo Barnard ha usato la metafora del “pollaio” per dire che l’Italia e la Sicilia vivono all’oscuro del loro vero potenziale e della loro vera condizione economica. Come polli che non sanno cosa c’è al di fuori. «Vivete in un paradiso – ha detto Barnard ai circa 400 intervenuti a Palermo – che ha un potenziale economico che potrebbe rendervi autonomi per 200 anni. Neanche il problema della mafia potrebbe bloccarvi, si risolverà nel tempo, dovreste solo mettere in pratica la vera economia. Ma non solo voi vivete così, vive così tutta l’Italia, perché?». La causa di questa grave situazione che sta attraversando l’Italia, secondo Barnard è l’euro e l’ingresso della nazione nell’Eurozona: «Ci hanno fatto credere che gli italiani siamo spendaccioni e che quindi adesso per punizione dobbiamo pagare il nostro debito. È tutto falso, così com’è falso il fatto della nostra inflazione, della scarsa produttività. Noi eravamo un paese virtuoso, con valori di spesa in linea con la media europea. Poi a metà degli anni ’90 avevamo indicatori economici peggiori di adesso, eppure S&P ci considerava un paese virtuoso, adesso perché non lo fa? Prima avevamo la lira, adesso abbiamo l’euro, ecco perché». Barnard ha usato dati macroeconomici per rafforzare le sue tesi: «Nel 1980 il tasso di inflazione era al 21%, ma gli italiani risparmiavano il 25%, nel 2009 l’inflazione era allo 0,9%, ma il risparmio è crollato al 6,8%. E poi questa fandonia del debito pubblico: non è pubblico, è il debito dello Stato non del cittadino. Anzi, il debito dello Stato è il credito del cittadino, ma vogliono farci credere il contrario per accettare la punizione dell’austerità». Allora la via d’uscita è stampare moneta italiana: «L’euro è una moneta straniera – ha proseguito Barnard – stampata da una banca straniera, la Bce che però non finanzia direttamente il debito dello Stato, ma lo fa attraverso le banche private e queste prestano i loro soldi allo Stato italiano ai loro tassi di interesse. Siamo ridotti a dover elemosinare soldi per finanziare il nostro debito». Poi l’affondo sulla Germania: «Ci dicono che non abbiamo produttività, che non sappiamo lavorare: ma c’è un rapporto fatto da un organismo realizzato da industriali che dice che l’Italia è più produttiva di Gran Bretagna e Danimarca. E addirittura nel 2000 eravamo i primi in Europa per produzione industriale, mentre gli ultimi erano i tedeschi. Ora è esattamente il contrario: questo significa che il Trattato di Maastricht voluto dalla Germania ha favorito la Germania».

Warren Mosler ha affermato che l’aumento di tassazione corrisponde un aumento di disoccupazione. «Non è vero – ha spiegato – che lo Stato deve prima tassare la gente e poi spendere. È esattamente il contrario: deve prima spendere e poi recuperare in parte tassando. E può spendere stampando moneta. Se aumenta la tassazione e diminuisce il deficit diminuisce il risparmio dei cittadini e aumenta la disoccupazione, per invertire la rotta lo Stato deve tassare di meno o spendere di più. Se esiste la tassazione significa che lo Stato spende poco per soddisfare i bisogni dei propri cittadini. In Europa il deficit è troppo basso e la disoccupazione troppo alta: bisognerebbe abbassare le tasse e aumentare il deficit e invece l’Europa fa esattamente il contrario. Da dove prendere i soldi? Lo Stato può stampare moneta e quindi non ha problema a finanziare il proprio deficit, i problemi sono iniziati quando i governi europei si sono trasformati da Stati stampatori di moneta a semplici “cittadini” utilizzatori della moneta».

Salvo Butera