Sicilia, niente soldi per la lotta alla povertà perché….non si è fatto il censimento

I soldi per la lotta alla povertà in Sicilia non arrivano. E non arrivano perché la Regione ancora non ha fatto un censimento ufficiale sugli indigenti nell’isola. E non lo ha fatto perché si aspetta ancora di dare un incarico per 80.000 euro ad una ditta esterna.  «Basta con gli esperti esterni, il censimento potrà essere realizzato dal personale interno alla Regione»: è quanto dichiara adesso di voler fare l’assessore regionale alla Famiglia e politiche sociali, Gianluca Miccichè, sul Giornale di Sicilia oggi in edicola. Dallo studio dipendono le misure di contrasto alla povertà della programmazione europea 2014-2020, «quelle cioè destinate intanto all’attivazione di un Fondo per il microcredito, circa 7,5milioni di euro, su un totale di 216 milioni destinati all’inclusione sociale», chiarisce Miccichè.  «Nei primissimi giorni del 2016 – prosegue l’assessore – inizieremo un giro nei territori per incontrare e fare una mappatura del nostro personale per intercettare le giuste professionalità, che ci sono. Chiederemo inoltre la collaborazione dei Comuni, che sono i destinatari finali delle azioni ma anche coloro che possiedono giài dati sulle povertà locali. Basta riuscire a creare una rete sinergica tra i due livelli istituzionali».

Eppure basterebbe guardare gli ultimi dati Istat nel 2014 la Sicilia è la regione con il più alto numero di famiglie a rischio povertà o esclusione sociale:il 54,4%, mentre  il 26% vive in uno stato di grave deprivazione, cioè non riesce a far fronte alle spese quotidiane come pagare le bollette e l’affitto. Secondo l’ultima indagine Istat, inoltre, nell’Isola sono quasi 4 mila (3997) le persone in povertà estrema che, tra novembre e dicembre 2014, hanno chiesto aiuto a mense e dormitori; mentre Palermo si conferma per la seconda volta la terza città italiana per numero di senza dimora (2887), fra chi è senzatetto o non ha un’abitazione stabile.  «A partire dai primi mesi del 2016 – spiega Miccichè – si lavorerà ad azioni che daranno sostegno non solo economico, ma di tipo attivo, con interventi sul lavoro e sulla formazione delle persone in difficoltà, nell’ ottica dell’inclusione sociale. Tra questi, l’avvio di una nuova stagione dei cantieri di servizi,il contratto di ricollocazione lavorativa e l’attivazione di un nuovo Fondo per il microcredito».