Sicilia, per la Finanziaria di Crocetta è tutto in alto mare. Ritardo imbarazzante

E’ tutto in alto mare per Rosario Crocetta e la sua Finanziaria. Dovrebbe essere approvata entro il 30 Aprile ma ancora ad oggi manca il bilancio, non si capisce quali siano realmente gli aiuti da Roma, e metà disegno di legge è stato già stralciato.

IN COMMISSIONE.  Sono complessivamente 30 gli articoli stralciati dalla Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana dal ddl di Legge di stabilità del Governo Crocetta. Ventisette articoli sono stati stralciati dal documento denominato Gov1, compresi la norma sulle anticipazioni del Tfr e gli articoli sui Liberi consorzi, e tre articoli del documento Gov2. E’ quanto annunciato dal Presidente della Seconda Commissione Nino Dina (Udc) all’inizio della seduta alla presenza del Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e dell’assessore al Bilancio della Regione siciliana Alessandro Baccei. I due documenti finanziari presentati, Gov 1 e Gov 2, non sono certamente esaustivi – ha spiegato Dina – Sono due documenti che affrontano lo sforzo di alcuni tagli, del contenimento della spesa. Dentro i due documenti però abbiamo ritrovato alcune norme che non si sposano bene con le caratteristiche e i presupposti della finanziaria stessa. Quindi, non sono coerenti con le finalità della Finanziaria. Pertanto con gli uffici dell’Ars abbiamo messo in campo un momento di confronto”. L’obiettivo principale dello stralcio dei 29 articoli dalla Finanziaria è quello “di trasferire in altri disegni di legge esistenti – spiega Dina durante la Commissione Bilancio – per le altre norme, che sono interventi di settore, c’è l’intesa di trasfonderlo in un unico disegno di legge che Crocetta vorrebbe chiamare ‘Sblocca Sicilia’. E’ chiaro che il percorso della Finanziaria al momento non è pianificabile”. “Manca ad esempio il bilancio nella sua organizzazione classica con le entrate chiare su cui costruire le uscite, abbiam solo un bilancio che riguarda l’esercizio provvisorio e i 4 dodicesimi dell’esercizio provvisorio approvato. Dovremo creare tappe diverse”. L’intento della Commissione Bilancio è quello di “trasmettere alle commissioni le parti non stralciate del documento finanziario trasmesso dal Governo”. “Fermo restando che il completamento del lavoro non potrà farsi se non quando arriverà l’integrazione dei testi con bilancio e allegati”, spiega ancora Dina. Ma annuncia: “La Commissione Bilancio lavorerà solo su un documento completo”. Insomma, nella Commissione Bilancio di oggi i deputati dovranno “capire cosa resta dentro il testo di finanziaria e quello che verrà trasfuso in un altro testo”.

ARDIZZONE. “Dobbiamo constatare che siamo in ritardo di oltre 6 mesi e non è più obiettivamente tollerabile. Capisco le difficoltà che ci sono e che sono difficoltà oggettive che appartengono non solo a questa legislatura, ma è arrivato il momento di mettere un punto”. E’ la strigliata arrivata dal Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone al Governo Crocetta nel corso della Commissione Bilancio. Presente l’assessore regionale al Bilancio, Alessandro Baccei. “La situazione è molto insolita – dice ancora Ardizzone – siamo chiamati a discutere di bilancio e legge finanziaria a scadenza in assenza dello strumento principe, che è il bilancio. Di necessità, però, dobbiamo fare virtù. E’ stata trasmessa una corposa legge finanziaria e abbiamo ritenuto, di concerto con la Commissione Bilancio, di stabilire un percorso. Una volta che ci sarà lo stralcio che esula dalla nostra discrezionalità non ci saranno modifiche di sorta”. Intanto l’assessore regionale al Bilancio, Alessandro Baccei, al termine della Seconda Commissione all’Ars ha annunciato che “il bilancio si chiuderà tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima”.

SINDACATI. Appaiono ancora “lontane”, dopo la prima seduta non stop di ieri, le posizioni di Aran e sindacati sulle norme relative alla mobilità e al sistema pensionistico dei dipendenti regionali inserite nel testo della Finanziaria presentata in questi giorni all’Ars. Cobas-Codir, Cisl, Sadirs, Siad, Ugl e Dirsi, secondo cui il “governo vorrebbe fare dei dipendenti regionali l’agnello sacrificale da immolare sull’altare della stampa”, hanno chiesto all’Aran di farsi portavoce delle loro istanze sollecitando una risposta da parte del governo.Le condizioni poste dai sindacati rimangono la riclassificazione del personale, il rinnovo del contratto giuridico, il rinnovo dei bienni economici e il sistema di fuoriuscita del personale avente titolo con penalizzazioni adeguate al periodo di fuoriuscita, fermo restando il mantenimento del sistema di calcolo che è già adeguato a quello statale a partire dal 1 gennaio 2004.  Una risposta dilatoria o contraria, annunciano i sindacati, darà il via alla “ripresa della lotta con azioni di protesta che culmineranno con uno sciopero generale e manifestazioni all’Ars” e “una capillare azione di denuncia sulla vera faccia di una finanziaria che non da alcuna risposta alla crisi siciliana e che, anzi, tenta di depredare le ultime frattaglie di una economia ormai in coma profondo, forse irreversibile”. “Cosi stante le cose – concludono – siamo convinti che questa manovra non solo non salverà la Sicilia, ma rischia di affondarla insieme all’amministrazione regionale e i dipendenti”.