Sicilia, politica: settimana cruciale per il governo Crocetta

Settimana impegnativa all’Ars, il parlamento regionale siciliano. Martedì infatti, l’Assemblea sarà infatti impegnata su due fronti: la censura all’assessore Scilabra, che potrebbe sancire l’inizio della fine della maggioranza di Crocetta, e l’avvio in commissione di quello che dovrebbe essere il testo definitivo della riforma delle province, dopo i rinvii e i pasticci degli ultimi mesi.

Nel tentativo di svelenire il clima Crocetta e Scilabra si sono dedicati, negli ultimi giorni, a una serie di annunci sul sistema della Formazione: avvio dei corsi, pagamento degli stipendi, Piano Giovani. Crocetta ha persino elogiato Anna Rosa Corsello, la dirigente generale che ha pagato il flop del «Click day» del 5 agosto, ed è stata costretta a dimettersi e per la quale ora la Procura starebbe chiedendo l’archiviazione dell’indagine a suo carico: «Con la Corsello abbiamo un quasi rapporto amoroso – ha detto Crocetta -. Ha chiarito anche con Nelli. Mi voglio avvalere di lei in futuro». L’assessore mette un po’ di veleno e aggiunge: “Vogliono il mio posto per gestire i fondi della Formazione”. Per il capogruppo all’Ars di Fi, Marco Falcone, invece, tra i firmatari della mozione di censura alla Scilabra, «mai come adesso il sistema è stato fatto crollare con gravissime ricadute sui servizi formativi a favore dei giovani».

Il caso Scilabra, comunque, è tutto interno al Pd siciliano, e alla sfida tra cuperliani e renziani. Qualcuno ha cercato di fare da paciere: respingere la mozione di censura a Scilabra, per poi fare un governo nuovo, ma le parti non hanno voluto sentire ragione. E Crocetta, per snobbare coloro che vogliono la sua testa, martedì non ci sarà, perchè è a Roma per partecipare al ministero dello Sviluppo economico all’incontro sul futuro della raffineria Eni di Gela. L’ordine del giorno, però, rimane quello stabilito dalla conferenza dei capigruppo. Sarà l’Aula a decidere se dare via al dibattito o se rinviarlo per consentire la partecipazione del presidente della Regione. I partiti del centrodestra attendono che venga discussa la mozione di censura all’assessore Scilabra per depositare quella di sfiducia nei confronti del presidente della Regione. Sarebbe la seconda in due anni. La prima fu respinta dall’Aula. Una parte dei cuperliani, secondo indiscrezioni, sarebbe tentata dal votare la mozione di sfiducia.

In parallelo, sempre martedì, la commissione Affari istituzionali sarà chiamata a discutere il progetto del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, di recepimento della legge Delrio relativa alla riforma delle Province con l’istituzione delle Città metropolitane e dei Consorzi di Comuni. Che beffa, la Sicilia era stata la prima Regione ad abolire le province, ed ora è invece l’ultima a mettere a punto la riforma. In realtà, anche qui, il dibattito potrebbe saltare, perchè si aspetta ancora di capire quale sia la proposta definitiva del governo, ma Paolo Ruggirello, deputato trapanese membro della commissione, spera che «si avvii la discussione della riforma degli enti locali per la quale occorre fare presto e bene». Dice Ruggirello: «Il provvedimento che istituisce e regolamenta i Liberi consorzi e le Città metropolitane deve poter essere esaminato e votato in tempi brevi e certi. Siamo già ampiamente in ritardo rispetto alle scadenze previste e la mancata riforma rischia di danneggiare ulteriormente la Sicilia. La commissione Affari istituzionali deve entrare nel vivo della discussione della legge di riforma». Ruggirello rileva che l’allungarsi dei tempi rappresenta un problema anche per i nascenti nuovi enti di secondo livello: «Si pensi alle opportunità di accesso a finanziamenti statali e comunitari (previsti per i nuovi enti di “area vasta”). Abbiamo purtroppo sperimentato l’inefficacia del “rinvio”: dobbiamo partire dai punti fermi della legge regionale 8 (i sei Consorzi e le tre Città con elezioni di secondo livello) e realizzare una norma dettagliata, immediatamente applicabile e che non lasci margini di incertezza sulla continuità dei servizi, l’occupazione del personale (compreso quello delle Partecipate) e sul futuro assetto di un sistema istituzionale più moderno».