Sicilia, primo tavolo politico sulla Finanziaria. Crocetta: Sarà di crescita. Ma quanti tagli….

Imbufalito per la continua fuga di notizie sulla bozza della Finanziaria preparata dall’assessore Baccei, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha riunito i vertici dei partiti per fare il punto sull‘importante documento economico finanziario che, varato entro Aprile, dovrebbe portare la Sicilia lontana dal pericoloso baratro della bancarotta. Ai cronisti ha riferito di un vertice di maggioranza «molto positivo» perché «tutte queste polemiche con l’assessore Baccei non ci sono mai state, sono state un’invenzione». In realtà i rumor da palazzo dicono che i due si sono più volte “punzecchiati” durante la riunione, e che più volte Crocetta ha attaccato i collaboratori di Baccei. La bozza esaminata durante il vertice di maggioranza ha confermato: tagli alla dotazione organica, blocco del turn over per 4 anni, adeguamento agli statali del calcolo delle pensioni, riduzione del salario accessorio, pensionamento forzato per chi ha i requisiti della quiescenza, abolizione della norma di salvaguardia per i dirigenti. Gli organici, prendendo come riferimento il 2014, saranno ulteriormente ridotti dal 2016 al 2019 in numero pari al 50 per cento dei dipendenti che andranno via nell’anno precedente, la riduzione sarà maggiore per i dirigenti. Per questi ultimi scompare la clausola di salvaguardia che consentiva loro di mantenere intatta la retribuzione nonostante la rimozione dall’incarico. Tagli anche ai permessi per motivi familiari e personali (solo 3 all’anno) e alle pensioni con l’abolizione del sistema misto di calcolo e il passaggio al contributivo che avrà un impatto su almeno 7 mila dipendenti del comparto. Scompaiono gli Iacp e nasce l’Aspa (Agenzia per le politiche abitative). Riduzione drastica dei consiglieri comunali. E, soprattutto, riduzione della partecipate, con la possibilità che ai lavoratori degli enti soppressi non venga garantito il posto di lavoro. Attualmente le partecipate della Regione Siciliana sono 33. Si prevede di portarle ad 11, applicando la legge nazionale. Verranno chiuse quelle che non sono in equilibrio di bilancio e quelle che hanno più amministratori che dipendenti. 
Il presidente della Regione ha aggiunto: «Vogliamo che la finanziaria non sia più un “salva Sicilia”  ma un documento di crescita. Venerdì saremo a Roma con Baccei per incontrare il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, che segue le nostre vicende. Siamo certi che ci sarà un atteggiamento positivo, come peraltro già c’è stato da parte del governo nazionale, però la Sicilia non farà mai meno di Roma sul piano delle riforme e del rigore, indispensabile per segnare un percorso di discontinuità».
Un nuovo incontro  è previsto per martedì, quando i partiti, che hanno chiesto un maggiore coinvolgimento, faranno le loro proposte. Per ora siamo fermi alle minacce: “Se la manovra finanziaria non sarà condivisa con i partiti, non passerà” dicono alcuni esponenti dei partiti di maggioranza. «Il tipo di finanziaria che vogliamo disegnare – ha aggiunto Crocetta – non è quella che stabilisce il prepensionamento dei dipendenti o la riorganizzazione dei forestali o dei consorzi di bonifica che abbiamo già definito, ma che indichi linee di sviluppo coerenti con il Dpef. Ci sarà austerità, ma anche crescita».
Per il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, «è stata avviata una discussione, anche se mancano ancora alcuni elementi perché c’è un tavolo aperto col governo nazionale che dovrà definire il suo impegno, così come i saldi di risparmio della Regione vanno definiti in relazione all’impegno del governo Renzi». 

Intanto il governo è stato battuto in aula all’Ars sul mutuo di 1 miliardo e 750 milioni che la Regione dovrebbe accendere per pagare i crediti della imprese fornitrici del settore sanità.  E’ stato infatti  rinviato il ddl in commissione Bilancio per degli approfondimenti.