Sicilia, raddoppio ferroviario Messina-Palermo: la Cosedil contesta la rescissione del contratto

«Una risoluzione contrattuale tanto pretestuosa quanto illegittima che vuole mascherare le inefficienze del general contractor. Non si tratta solo di difendere gli interessi della nostra società, ma degli operai che perderanno il lavoro e dei siciliani che rischiano di trovarsi di fronte all’ennesima incompiuta in materia di appalti pubblici». A parlare è Gaetano Vecchio, presidente della Cosedil spa.

L’appalto in questione è quello per il “Raddoppio di linea ferroviaria Palermo-Messina, nel tratto compreso tra Fiumetorto e Cefalù”. In particolare, la Cosedil di Santa Venerina, nel giugno scorso, ha sottoscritto un contratto d’affidamento con la Cefalù 20 S.C.a R.L (gruppo Maire Tecnimont) per la “realizzazione del rilevato ferroviario, degli attraversamenti idraulici e sottovia, di nuove viabilità, di opere speciali in fondazione e delle fondazioni delle barriere antirumore”.

Il primo lotto dell’affidamento sarebbe dovuto partire immediatamente per consentire il rispetto della scadenza concordata con Rfi e mettere in esercizio il tratto ferroviario. Non rispettare i tempi significava e significa perdere, e per sempre, il finanziamento europeo. Da subito la Cosedil ha rilevato la presenza di una serie di anomalie. All’impresa non sono stati consegnati né i progetti esecutivi validi né le autorizzazione per avviare le attività. Le opere propedeutiche erano incomplete. Ad alimentare il quadro sconfortante, la presenza di imprese subappaltatrici e fornitori locali falliti a seguito dei mancati pagamenti da parte della Cefalù 20. Nonostante tutto la Cosedil spa si era detta pronta a fare la propria parte, in attesa della revisione tecnico contrattuale del contratto. Invece, è arrivata «la sorprendente quanto ingiustificata risoluzione contrattuale».

«Da parte nostra abbiamo segnalato i problemi che ostacolavano lo sviluppo dei lavori e tentato di risolverli- aggiunge Vecchio – con lunghi ed estenuanti, quanto improduttivi, incontri. Cefalù 20, invece di ammettere le proprie carenze ed impegnarsi per risolvere i problemi consentendo alla nostra società di avviare i lavori e realizzare l’opera, ha in maniera illegittima comunicato la risoluzione del contratto convocandoci per la redazione del verbale di consistenza».

E così oggi gli operai della Cosedil dovranno sgombrare il cantiere. Le conseguenze immediate saranno il licenziamento dei 10 operai già in servizio e la mancata assunzione, già programmata, di 35 nuovi lavoratori inseriti nel bacino degli ex dipendenti posti in mobilità da Cefalù 20. «A questo punto riteniamo doveroso – conclude Vecchio – avviare tutte le procedure per tutelare la nostra società. Sarà il sofferto ma inevitabile inizio di un contenzioso che produrrà ulteriori ritardi nell’esecuzione dell’opera e quindi nel suo completamento». Di tale rischio la Cosedil ha avvisato Rfi e Italferr.