Sicilia, Save the Children: "Negato diritto all'istruzione a migliaia di adolescenti"

Qualche ragazzo, preoccupato per il ritardo, si è recato presso l’istituto di formazione professionale al quale si era iscritto e si è sentito rispondere che il corso non sarebbe partito e di riprovare “l’anno prossimo”.

Save the Children – l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti – dà voce alle testimonianze dirette di ragazzi e ragazze che, superato l’esame di terza media, si erano iscritti ai corsi di formazione professionale regionali (percorsi IeFP/Oif) per proseguire gli studi. Le denunce sono state raccolte a Palermo e a Catania, nell’ambito dell’attività dei “Punti Luce”, i centri istituiti e promossi da Save the Children per il contrasto della povertà educativa.

Di mese in mese, hanno denunciato i ragazzi all’Organizzazione – l’inizio dei corsi professionali regionali è slittato in avanti, in un continuo rinvio senza alcuna indicazione di un’eventuale data in cui tali corsi saranno ripristinati.

E nessuno ha informato i ragazzi e dato loro la possibilità di iscriversi in altri corsi. Una condizione comune a migliaia di ragazzi siciliani tra i quattordici e i quindici anni, in pieno obbligo scolastico.
In Sicilia la dispersione scolastica è ai massimi livelli in Italia e pari al 25,8%.

Un dato che dovrebbe spingere tutte le istituzioni competenti al massimo impegno affinché i ragazzi che abbiano superato l’esame di terza media possano proseguire il loro percorso di studi.
Il blocco attuale dei corsi professionali nasce dal mancato finanziamento da parte della Regione dei corsi proposti ai ragazzi dagli enti di formazione.

“Non vogliamo entrare nel merito del contenzioso tra Regione ed enti di formazione”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia Europa Save the Children, “ma è assurdo e che a pagare le conseguenze di questa situazione siano ragazzi di quattordici anni, appena usciti dalle scuole medie, ai quali nessuno ha fornito informazioni su quanto stava accadendo”.

“Abbiamo chiesto un intervento urgente da parte del Ministero della Istruzione e della Regione Sicilia al fine di garantire immediatamente a questi ragazzi una alternativa che consenta loro di non perdere l’anno scolastico e di non essere completamente demotivati dal proseguire gli studi. Purtroppo alcuni di loro, delusi da quanto accaduto, hanno già rinunciato a proseguire la scuola e hanno scelto di ingrossare le file dei troppi minori con meno di sedici anni che in Sicilia sono impegnati in lavori precari e in nero, senza alcuna prospettiva di crescita professionale, mentre altri oggi trascorrono le loro giornate senza alcuna attività programmata”, prosegue Raffaela Milano.