Sicilia, Siracusa: professionisti e costruttori chiedono all'assessore di bloccare la nuova perimetrazione del Parco archeologico

SIRACUSA. Rinviare la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del decreto istitutivo del Parco archeologico di Siracusa. E’ la richiesta che arriva dagli Ordini professionali e dall’Ance aretuseo in una lettera indirizzata all’assessore regionale ai beni culturali Giusy Furnari. Professionisti e imprenditori chiedono una pausa di riflessione «per consentire agli organi competenti le opportune verifiche e gli adeguati aggiustamenti, che possano coniugare sviluppo e tutela in modo equilibrato, costituendo un efficace indirizzo alla prossima revisione del Piano regolatore generale ma senza decretarne l’immediata scadenza».

Professionisti e imprenditori chiedono poi di «conoscere la situazione del piano provinciale paesaggistico che, adottato ormai da gran tempo, oggetto di numerose osservazioni e richieste di modifiche da parte di tutta la realtà produttiva di Siracusa, risulta ancora in fase di revisione presso gli uffici dell’assessorato regionale».
Il decreto di perimetrazione del Parco archeologico è stato presentato alla città il 18 aprile dall’allora assessore regionale ai Beni culturali Maria Rita Sgarlata che lo aveva firmato il 3 aprile. Se venisse pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana, spiegano professionisti e costruttori, attiverebbe le norme di salvaguardia che «comporterebbero di fatto il fermo totale di ogni iniziativa nel settore delle costruzioni, con un ulteriore e forse definitivo danno al comparto delle professioni tecniche e al comparto dell’edilizia pubblica e privata, con le immaginabili conseguenze sui già critici livelli occupazionali diretti e dell’indotto».
Secondo i professionisti e i rappresentanti dell’Ance la nuova perimetrazioni non avrebbe tenuto conto di una serie di rilievi fatti dal consiglio comunale di Siracusa che, con una delibera di febbraio, ha rilevato «che la diffusa previsione di vincoli di tutela delle testimonianze del passato risultava assolutamente incompatibile con gli equilibri funzionali urbanistici già dimensionati, condivisi e programmati con il vigente Piano regolatore generale».