Sicilia, spesa bloccata alla Regione per 51 milioni di euro. Niente soldi per musei e Università

Sicilia, spesa bloccata alla Regione per 51 milioni di euro. Niente soldi per musei e Università, bloccati i fondi per il personale a tempo determinato impegnato in attività di protezione civile, ambientale e del territorio, delle acque e dei rifiuti. La decisione è stata presa dal governo Crocetta, su indicazione dell’assessore all’Economia Alessandro Baccei. In totale i capitoli bloccati sono 159, per un totale di 51,2 milioni di euro “congelati” perché la Regione ha incamerato minori entrate rispetto a quelle previste. Per la proroga dei contrattisti, pari a un milione mezzo, è stata bloccata l’intera disponibilità. La cifra più consistente riguarda i comuni: ben 18,8 milioni destinati al ripianamento dei debiti relativi al servizio di gestione integrata dei rifiuti; altri 11,9 mln sono relativi al fondo di riserva per le spese obbligatorie e per la riassegnazione dei residui passivi di parte corrente; 2,1 mln euro nel fondo per l’integrazione degli stanziamenti dei capitoli di spesa relativi ai limiti poliennali di impegno. Niente soldi per nuove leggi di spese (2 mln) e per eventuali maggiori esigenze per consumi intermedi (1,9 mln). Congelata l’intera disponibilità, pari a 747.817,20 euro, per le spese di funzionamento delle Soprintendenze per i beni culturali e ambientali, le biblioteche, i centri regionali e i parchi culturali; stop a 542.807,02 euro per il funzionamento dei musei regionali e interdisciplinari, a 80 mila euro ancora per musei, gallerie e pinacoteche, a 1,4 milioni per la liquidazione e la ricapitalizzazione di enti e società a partecipazione regionale, a 20 mila euro per il potenziamento dell’ufficio idrografico regionale e l’avviamento del centro funzionale di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico, a 743.489 per la gestione del servizio di dissalazione delle isole minori di Pantelleria, Ustica, Lampedusa, Linosa e Lipari, a 55 mila euro per l’ufficio di coordinamento dei servizi informativi regionali e per l’attività informatica della Regione, a 5 milioni per l’acquisto di software e hardware per il funzionamento dei sistemi informativi della Regione, a 143 mila euro per le attività sportive delle Università, a 100 mila euro per il funzionamento amministrativo e didattico delle Accademie di Belle arti e dei conservatori di musica statali, dimezzato (da 246 a 146 mila euro) i fondi per gli armatori e i marittimi che hanno subito danni per i sequestri illegittimi di imbarcazioni nel Mediterraneo. E ancora: bloccati 228.035 euro alle Università di Palermo, Catania e Messina per l’istituzione di ulteriori borse di studio per la frequenza alle scuole di specializzazione nelle facoltà di medicina e chirurgia, 60 mila euro per l’istituzione di parchi e riserve naturali. Congelati anche fondi per le missioni di alcuni assessori, di componenti di uffici di gabinetto e di personale della Regione.

FALCONE. “Nemmeno nella più lunga e intricata soap opera americana. Ormai al quarto fallimentare rimpasto, Rosario Crocetta, dopo avere devastato la Sicilia con scelte scellerate, continua a procurare danni alla nostra comunità, non amministrando, non governando. Dopo due mesi di stand-by per decidere sull’opportunità di dare vita ad una giunta politica, dopo due settimane perse per l’azzeramento e dopo la tormentata nuova composizione, la giunta rimane ancora bloccata sulla conferma (o meno) del dodicesimo assessore. Semplicemente una vergogna, all’orizzonte rimangono invece tutto il disastro finanziario e una voragine di bilancio da coprire”, così l’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’ARS.

FARAONE.  Sostegno al quarto governo Crocetta ma, se le cose dovessero nuovamente complicarsi, nessuna intenzione di prolungare l’«agonia». A dichiararlo è stato questa mattina il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, intervenuto a Palermo per partecipare a un seminario sull’utilizzo dei fondi europei destinati alla scuola. L’esponente del Partito democratico  ha specificato che la presenza nel governo non è legata al timore di un ritorno anticipato alle urne: «Non abbiamo paura del voto, del resto prima o poi si voterà – ha detto Faraone -. Tutto quello che avremo messo in campo sarà analizzato dai siciliani, non siamo qui a prolungare questa agonia. È una grossa responsabilità del Pd fare bene». Il sottosegretario si è soffermato anche sulla mozione di sfiducia annunciata dal Movimento 5 stelle per mettere fine all’esperienza di Crocetta: «L’opposizione fa il suo mestiere e presenta le mozioni di sfiducia – ha commentato il sottosegretario -. Ma non vedo in Sicilia un’opposizione liberale e innovativa come quella che ci dovrebbe essere». Secondo il referente dell’area renziana in Sicilia, in questi anni all’Ars anche la minoranza – Cinquestelle compresi – sarebbe stata interessata da un «trasversalismo» poco sensibile alle «riforme che si devono mettere in campo in Sicilia». A riprova di come il gattopardismo non lascerebbe indenne nessuno: «Le opposizioni, compreso il M5s, gridano al mantenimento dello status quo. Da parte loro ci saremmo aspettati una ventata di novità in Parlamento, ma sono assolutamente assuefatti a tutto quello che è stata l’Ars negli ultimi anni». Guardando al futuro della Regione, Faraone ha sottolineato come sia fondamentale ricostruire un rapporto di fiducia con il governo centrale: «C’è un buco nel bilancio regionale di 1 miliardo e 400 milioni – ha continuato -. Se da un lato il governo nazionale ha deciso di coprire questa cifra e dare una mano ai siciliani, dall’altro lato deve esserci un governo regionale disponibile alle riforme che sono necessarie per la Sicilia. Altrimenti le risorse per Isola sono destinate a disperdersi». Presto detti i temi che vanno affrontati con celerità: «Forestali, legge Delrio, legge sull’acqua e sui rifiuti – ha elencato Faraone -. Interventi che devono giustificare perché lo Stato continui a investire sulla Sicilia». Conclusione dedicata alla stabilità del neonato governo: «Dobbiamo essere in grado di garantirla al governo che nasce – ha dichiarato – e basta con crisi politiche e rimpasti. A livello nazionale il termine rimpasto è scomparso dall’agenda e dal vocabolario della politica italiana grazie a Renzi. Mi auguro – ha concluso – possa scomparire anche dal vocabolario di quella siciliana così come il toto assessori».

CINQUE STELLE.  Il Movimento 5 Stelle siciliano illustrerà oggi, 24 novembre, la terza mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta e al “governo più disastroso della Sicilia, dai Fenici in poi”. “La litigiosità in servizio permanente effettivo e la lotta per la spartizione delle poltrone sono stati il vero marchio di fabbrica di questo esecutivo, assieme alla totale incapacità di dare la benché minima risposta ai mille bisogni di un’isola, ormai avviata alla bancarotta – si legge in una nota del Movimento 5 Stelle- . Di tutto ciò si sono resi conto praticamente tutti, compresa la maggioranza dei deputati, che ora è chiamata a tradurre in fatti le continue e dure dichiarazioni contro Crocetta e l’auspicio, spesso tutt’altro che velato, di un imminente ritorno al voto”.