Sicilia, tutto rinviato al 7 Gennaio per il varo dell'esercizio provvisorio all'Ars

 Dovrebbe essere il 7 Gennaio il giorno in cui l’Ars, il Parlamento siciliano, prenderà  atto dell’esercizio provvisorio, che il presidente della Regione, Crocetta, chiede per quattro mesi, fino ad Aprile, in attesa di varare una manovra economica che contenga tutte le riforme chieste dal governo Renzi alla Sicilia. La norma arriva alla discussione con molto ritardo perchè ci sono stati errori, incomprensioni e tensioni (soprattutto all’interno del Pd). Così, il presidente dell’Ars, Ardizzone, ha deciso di stralciare dal disegno di legge sull’esercizio provvisorio tutte le norme “collaterali”. A cominciare dalla  norma che avrebbe dovuto stanziare nove milioni di euro per gli ex Pip e fondi alle partecipate, come Sviluppo Italia Sicilia. Stesso destino per  tutte quelle norme non accompagnate da una relazione tecnica. Saranno stralciate le parti non passate in Commissione.
“Le norme verranno incardinate il 7 gennaio – ha detto Ardizzone – e la discussione generale si farà giorno 7″. “Non si possono rimpallare a questa Assemblea le responsabilità a cui il Governo deve essere inchiodato – ha detto il deputato di Forza Italia Vincenzo Figuccia – Le relazioni tecniche avrebbero dovuto essere presentate con il bilancio”. L’assessore Baccei (sempre più isolato, destino dei non siciliani quando lavorano sull’isola… sostiene che le relazioni tecniche ci sono. Anche le altre norme sostanziali saranno trattate con appositi ddl: contributo per le avversità atmosferiche della città di Acireale; lavoratori stagionali Esa; contributo per le terme di Sciacca e tabella H; misure per risanamento enti teatrali e musicali; e dicevamo anche gli stipendi pip gennaio-aprile. Se ne occuperanno le competenti commissioni. Ma come ha rilevato il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi queste norme costituiscono una vera e propria manovra di assestamento di bilancio. Dunque, dovranno camminare contestualmente con l’esercizio provvisorio.

 Ci si trova di fronte a procedure nuove dovute all’abolizione del Commissiario dello Stato. Da qui l’urgenza di creare nuove regole: su questo percorso sono state convergenti le proposte del presidente Ardizzone e del capogruppo del Pd Gucciardi. Condivise da tutta l’Assemblea.
Il cammino confuso dell’esercizio provvisorio, è dovuto – come ha rilevato Ardizzone – al ritardo con cui il governo ha presentato il bilancio: scadenza ottobre, ma a Palazzo dei Normanni è arrivato a metà dicembre e neppure completo. Ha facile gioco l’opposizione, con Marco Falcone:  “Siamo stati facili profeti nel dire che l’assalto alla diligenza sarebbe stato fermato da chi, come il presidente Ardizzone, svolge con grande senso istituzionale e di responsabilità il proprio ruolo di garante del parlamento siciliano. Bene ha fatto Ardizzone, si verifichino prima le relazioni tecniche e le relative coperture e poi l’Aula si potrà esprimere. A Baccei chiediamo coraggio e serio distacco dai retaggi clientelari a cui Pd e resto della maggioranza sono abbarbicati, dobbiamo evitare che la Regione Siciliana sia ancora lo zimbello dell’intera Italia per il sovraccarico di consulenze e presenze esterne negli uffici di gabinetto dei vari assessori regionali”.  Rincara Nello Musumeci: “Crocetta ormai è ostaggio dei partiti del centrosinistra, che lo hanno costretto a cambiare una trentina di assessori in meno di due anni, mentre la Sicilia resta al collasso sul piano economico e sociale. Anche la vicenda della piscina abusiva dell’assessore Sgarlata è stata una montatura”. Infine Nino D’Asero: “Venendo meno il Commissario dello Stato, si apre una fase nuova della politica siciliana. Una stagione di maggior impegno, sia del governo che dell’Assemblea. Occorre, adesso, predisporre gli atti con accortezza e accorgimenti tecnici superiori, per renderli inattaccabili, visto che dovremo affrontare gli eventuali rilievi degli uffici della presidenza del Consiglio dei ministri. Non trascurando questi doverosi accorgimenti, potremo evitare stasi della politica, ma anche semplici ritardi, dannosi per la Sicilia, come quello che abbiamo dovuto registrare con l’ulteriore rinvio di incardinamento e discussione generale del testo finalizzato all’approvazione dell’esercizio provvisorio”.