Siracusa, detta il necrologio prima di morire di Covid: “Non ci credevo”

Prima di morire un uomo di 66 anni, siracusano, ha chiesto che sul suo necrologio fosse scritto che si sarebbe salvato se avesse creduto alla pericolosità del Covid-19. Giuseppe Giuca è scomparso nei giorni scorsi dopo che le sue condizioni di salute sono precipitate a causa dell’aggravarsi degli effetti del virus.

“Se avessi creduto alla pandemia, se avessi creduto al Covid, oggi racconterei un’altra storia, ma non questa storia”, si legge sul suo necrologio locandina affisso sui muri. L’uomo, prima di contrarre il Covid-19, avrebbe preso sottogamba le conseguenze della malattia e così, prima del suo decesso, ha chiesto alla famiglia che la sua storia rimanesse ben impressa per evitare altre morti legate al virus.

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, auspica il Super Green Pass con delle forti restrizioni per chi sceglie di non vaccinarsi. Lo afferma a poche ore dalla notizia del necrologio scritto dal suo concittadino Giuseppe Giuca. “La vicenda che ha interessato questa persona – dice all’Agi il sindaco Italia – pone il dito su una piaga che è ancora molto viva nella nostra società: il mio pensiero va a questi party Covid per contagiarsi allo scopo di non sottoporsi al vaccino”.

Il primo cittadino sottolinea di non essere favorevole all’obbligo per la vaccinazione, ma “per forti restrizioni alla socialità di chi sceglie di non vaccinarsi. Ricordiamo – dice – quanto incide il numero dei malati Covid su quello di altri che soffrono e muoiono di patologie diverse in quanto la loro assistenza è compromessa dalle Terapie intensive, piene di pazienti Covid. Su questo c’è una dettagliata e ampia casistica”.

Quanto al dibattito che oppone il diritto a manifestare e a esercitare il dissenso a quello alla vita, il sindaco di Siracusa assicura di non avere dubbi. “La democrazia – sottolinea – prevede il bilanciamento tra diversi interessi, legittimi e contrapposti. Penso, però, che ci sia una prevalenza del diritto e del dovere alla cura e alla protezione rispetto a quello della libertà, che deve essere difesa fino a quando non leda la salute e la sicurezza altrui”.