Società partecipate, Confindustria all’attacco del Sindaco di Palermo: “Opacità”

Scontro tra gli imprenditori palermitani e il sindaco del capoluogo siciliano Leoluca Orlando. Confindustria ha chiesto e ottenuto un incontro con Orlando, la Giunta cittadina e i vertici delle società partecipate, per chiedere il “coinvolgimento dei privati nei servizi pubblici”. Un esempio? “La raccolta dei rifiuti, tanto per cominciare – dice all’Adnkronos Alessandro Albanese, Presidente Confindustria Palermo – o il trasporto locale e la pubblicità, il car sharing, e ancora la scarificazione delle strade o la manutenzione di strade e fogne”.

“Il Comune negli ultimi anni è entrato pesantemente nell’economia cittadina. E in questi anni di sindacatura Orlando non abbiamo visto miglioramenti – aggiunge Albanese – Non solo, quello che il Comune ha portato come un ‘valore’, che è la stabilizzazione dei precari per noi è un disvalore. Cerchiamo insomma di esternalizzare questi servizi”. Albanese non teme che ci possano essere “pericoli di carattere giudiziario”. “Ormai ci sono i protocolli, le associazioni, e poi c’è l’Anticorruzione di Cantone e che vigila – spiega – Il vero problema di questa città è che sta perdendo la cultura imprenditoriale proprio perché c’è una fortissima influenza del pubblico”.

Inoltre, Confindustria Palermo chiede maggiore trasparenza sulle partecipate del Comune. Secondo gli industriali, che hanno presentato uno studio sulle tre principali partecipate del Comune (Amat, Rap e Reset), che da sole assommano circa l’80% dei circa 7000 dipendenti delle aziende pubbliche, “al 25 maggio si riscontra opacità ed elevata frammentarietà delle informazioni pubbliche fornite sulle partecipate”.

In particolare, nota lo studio, l’ultimo bilancio Amat pubblicato sul sito è al 31 dicembre del 2012; l’approvazione del bilancio Rap al 31 dicembre 2014 e’ stata rinviata al 30 giugno 2015 mentre sul sito è pubblicato il bilancio 2013 “che riguarda solo un periodo parziale di cinque mesi da luglio a dicembre”; e non è disponibile alcuna informazione finanziaria su Reset mentre “dopo oltre due anni dalla richiesta della Corte dei Conti non e’ ancora disponibile un bilancio consolidato”.

Tutto ciò, notano ancora gli industriali, causa “difficoltà nella ricostruzione informazioni basilari per il cittadino” e il comune “si sottrae alla misurazione della sua azione”. Ma non solo. Esaminando i dati disponibili, infatti, gli industriali notano come il totale dei ricavi delle partecipate (ovvero il valore della produzione) è inferiore al totale dei costi di produzione: 265 milioni contro 260. Lo squilibrio più pesante è quello dell’Amat dove i ricavi arrivano a 96 milioni mentre i costi toccano quota 100; 139 il valore della produzione di Rap contro 132 il costo, equilibrio costi ricavi per Reset a 29 milioni. Analizzando poi le singole voci dei costi gli industriali sottolineano come il 76% dei costi e’ addebitabile al personale e il 9% a servizi esterni.

Immediata la replica del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, arrivato nella sede di Confindustria Palermo con quasi tutta la Giunta e i vertici delle società partecipate, da Amat ad Amap, ad Amg fino a Rap: “Qualcuno potrebbe sostenere che non c’è più la cultura pubblica, perché c’è il privato a Palermo – dice Orlando – Credo proprio che ognuno debba pensare a fare il proprio mestiere. Noi facciamo il nostro mestiere e gli imprenditori facciano gli imprenditori”. Particolarmente piccata la replica di Orlando agli imprenditori sulla pubblicità: “Il mestiere degli imprenditori e’ evitare il monopolio. E sulla pubblicità c’è un’intollerabile cappa di monopolio”. Per gli industriali Amat e Gesap internalizzano il servizio togliendo spazi al mercato. “Mi spiace notare nelle parole del sindaco un certo condizionamento, quello della pubblicità è un settore gestito da imprenditori siciliani e che prende il 70% delle sue risorse investendolo sul territorio e gran parte nelle casse della pubblica amministrazione – ha replicato Alessio Alessi – ci sono nostri concorrenti che vorrebbero deviare queste risorse altrove. Nel nostro comparto c’erano autorizzazioni a vita, a metà degli anni Novanta le nostre associazioni hanno rinunciato per chiedere pubbliche gare. Abbiamo chiesto anche al comune di Palermo, negli anni Novanta, regole ad hoc. In quel percorso di legalità fummo fermati da una sentenza del Cga Sicilia. Come Confindustria abbiamo voluto il regolamento in esame al consiglio comunale. Amat e Gesap gestiscono in house due concessioni pubblicitarie per le quali ho motivo di ritenere che il valore reddito netto sia notevolmente inferiore a quello che offrivano le vecchie concessionarie”.