Tagli alla sanità in Sicilia, tutti contro Gucciardi e la sua proposta della nuova rete ospedaliera

Tutti contro Baldo Gucciardi. L’assessore alla sanità della Regione Siciliana ha presentato il piano di riordino della rete ospedaliera in Sicilia, che, come abbiamo raccontato sul Mattino di Sicilia, prevede pesanti tagli, 150 reparti, e  comporta i declassamento di una trentina di ospedali a presidi di base. La protesta si sta allargando a macchia d’olio, non solo nei territori, come le Madonie, più colpiti, e diventa un caso politico, dato che anche il presidente Crocetta prende le distanze dal suo assessore.

“Ho sentito lungamente l’assessore Gucciardi, con il quale condivido le linee per cercare di porre un argine al tentativo troppo facile di razionalizzare la sanità, attraverso processi di depotenziamento di realtà locali che, molto spesso, hanno già subito profondi attacchi e che si vedono privati di servizi essenziali”. Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. “Da Roma ci deve rendere conto che quello della regione siciliana è un territorio in gran parte montuoso, con una rete ferroviaria inesistente nella maggior parte del territorio e con una rete autostradale circoscritta prevalentemente alle tre città metropolitane. Il progetto, dunque, di razionalizzazione deve tenere conto delle distanze reali tra le strutture e soprattutto, non può concentrare soltanto nei tre capoluoghi delle città metropolitane, la maggior parte dei servizi. Ciò porterebbe a un congestionamento delle strutture, creando ulteriori difficoltà all’utenza delle aree metropolitane e disagi notevoli al resto del territorio dell’Isola”.
“Voglio dire con chiarezza – continua il presidente – che l’assessore Gucciardi non ha presentato alcun progetto a Roma, ma che le linee che vengono fuori in questo momento da indiscrezioni di stampa, rappresentano proiezioni delle conseguenze di scelte del Ministero della Salute. In tale contesto, bisogna aprire un confronto chiaro e onesto col governo nazionale, non vogliamo sconti, ma riteniamo inaccettabili le critiche di alcuni esponenti siciliani del governo centrale, che invece di intervenire nei confronti dell’esecutivo nazionale e persino verso esponenti del proprio partito, scaricano sull’assessorato regionale alla Sanità, responsabilità di scelte che non ha fatto.
“La presidenza della Regione e l’assessorato alla Salute – aggiunge Crocetta – intendono aprire un confronto con tutti gli assessori, con la coalizione, con il Ministero della Salute e soprattutto con i territori, con i sindaci e con i manager, perché le linee di azione della sanità non possono essere delle scelte meramente tecnicistiche, ma devono essere il frutto della consultazione democratica. Ci siamo battuti e continuiamo a batterci, in questi anni, contro gli sprechi. Sia i dati degli utili prodotti dalla sanità negli ultimi anni sia la qualità dei livelli essenziali di assistenza, dimostrano che facciamo sul serio. Non possiamo consentire che la razionalizzazione si traduca in tagli di servizi per i cittadini o depotenziamento dei territori. Un esempio per tutti, – conclude il presidente – Cefalù o città come Mistretta e Nicosia che in questi anni hanno subito dallo Stato il taglio di Tribunali e carceri e non possiamo consentire che si taglino anche gli ospedali”.

Intanto Gianpiero D’Alia, presidente della Commissione bicamerale per le questioni regionali e deputato di Area Popolare. prende le distanze e attacca: “Non si può mandare in subbuglio l’intera regione su bozze di riordino della rete ospedaliera che non sono ufficiali e che soprattutto non sono passate al vaglio della commissione sanità del Parlamento siciliano”.

“A lasciarmi perplesso – spiega D’Alia – non sono solo i tagli e i declassamenti che vanno trapelando in questi giorni ma il deficit di trasparenza e condivisione che ha caratterizzato la genesi del nuovo piano ospedaliero”.

“Discussioni carbonare su temi come la sanità sono inaccettabili” ribadisce l’ex ministro che aggiunge: “fermo restando l’applicazione del dm 70, mi auguro non solo che il piano venga rivisto per individuare una rimodulazione della rete più efficace in grado da garantire una sanità pubblica estesa a tutti ma che la discussione questa volta sia trasparente, condivisa e soprattutto istituzionalmente corretta”.

DIGIACOMO.  “Mi dispiace dovere commentare un documento che non conosco ancora o meglio che conosco come tutti da notizie giornalistiche e resoconti vari”. Così il presidente della commissione Sanità all’Ars Pippo Digiacomo commenta la proposta di rete ospedaliera. “Tengo a chiarire alcune cose: il primo problema della Sanità siciliana – spiega il parlamentare PD – è quello inerente la necessità di reclutare immediatamente il personale indispensabile per assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza che in questo momento sono fortemente a rischio a causa di colpevoli ritardi di chi trincerandosi dietro una selva normativa ha trasformato le procedure concorsuali in un gioco dell’oca, dove fai un passo avanti e tre indietro. I nemici della salute dei cittadini siciliani non ritardino ulteriormente le procedure perché si stanno macchiando di una colpa incresciosa, ben sapendo di essere in piena malafede. Infermieri, operatori socio sanitari, medici in reparti di ospedali di primo, secondo e terzo livello, con carenze incolmabili e turni illegali, sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Tra l’altro, tutti i direttori generali sono costretti alla totale illegittimità degli atti dovendo reclutare personale a tempo determinato oltre i parametri di legge. Altra nodo è quello della riorganizzazione della struttura degli ospedali – continua Digiacomo – dove si sta facendo cattiva propaganda, a cominciare dal fatto che il gap più grosso che dobbiamo superare è la mancata integrazione ospedale-territorio, con risultati poche volte apprezzabili, molte volte fallimentari. In questi anni, – prosegue – abbiamo dimostrato a Roma di essere in grado di risollevarci e abbiamo scalato la classifica delle migliori regioni italiane, sia per qualità sia per equilibrio di bilancio. Ed è per questa ragione che devo dare il mio plauso al lavoro svolto dall’assessore Baldo Gucciardi. Ma, a quanto pare, tutto ciò non è servito a nulla, e anzi pare che qualcuno si diverta a computare come unità operative complesse i punti d’erogazione di prestazioni delle cliniche private per il piacere d’alzare la massa critica e tagliarci cento reparti in più! Infine, – conclude il presidente della Commissione parlamentare – non metterò all’ordine del giorno dei lavori della Sesta Commissione Sanità e Servizi Sociali nessuna proposta di rete ospedaliera se Roma non avrà prima sboccato quella la quota parte dei concorsi che mette in sicurezza il Servizio Sanitario Regionale Siciliano”.

Questo invece il commento del senatore Beppe Lumia:

“La riorganizzazione della rete ospedaliera in Sicilia deve garantire la qualità del servizio sanitario, soprattutto nei territori più distanti dalle tre grandi città capoluogo. In questi anni è stato fatto un lavoro straordinario nella lotta agli sprechi, alla corruzione e al malaffare. Sono stati ottenuti grandi risultati, la spesa sanitaria è diventata virtuosa. Lo stesso, adesso, deve avvenire sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Il governo nazionale deve comprendere che il modello padano, per caratteristiche geografiche e territoriali, non può essere applicato alla Sicilia. Tutti i territori della regione devono disporre di un servizio sanitario e ospedaliero sicuro e di alto livello. Ho apprezzato la determinazione del presidente Crocetta e la disponibilità dell’assessore Gucciardi ad aprire un dialogo con i territori per trovare le migliori soluzioni che alla fine debbono aumentare e non ridurre la qualità del servizio sanitario offerto dagli ospedali siciliani”

Ad alzare la voce, dopo le proteste dei giorni scorsi, sono anche i rettori delle università di Palermo e Catania, classificate come strutture di primo livello nella nuova rete ospedaliera. Secondo indiscrezioni, il solo Policlinico di Palermo perderà 110 posti letto, soprattutto nelle discipline legate alle aree di emergenza. Dimezzati i posti letto di Terapia intensiva e Rianimazione, che passeranno da 24 a 12.