Torna in funzione l'oleificio "Olioliva" di Castelvetrano, confiscato al mafioso Grigoli

L’opificio industriale “Olioliva” di Castelvetrano, bene confiscato al mafioso Giuseppe Grigoli  tornerà a funzionare per opera di una cooperativa di produzione e lavoro costituita da sette ex-dipendenti dell’azienda.

Si tratta di un’importante iniziativa che ha visto impegnate in prima linea le istituzioni nel recupero di un bene un tempo appannaggio della mafia ed oggi recuperato ad un’economia sana.

Lo stabilimento, che si occupava di lavorazione e confezionamento delle olive e di imbottigliamento dell’olio, tornerà quindi a produrre nel rispetto della legalità . L’iniziativa è stata voluta dal Comune di Castelvetrano, affidatario dell’immobile di proprietà della Regione Siciliana e dall’Agenzia Nazionale dei Beni confiscati che, in qualità di proprietaria degli impianti, li ha ceduti alla cooperativa.

La Cooperativa, che nell’iter costitutivo è stata seguita dalla Confederazione Italiana dell’Agricoltura, ha già in cantiere accordi commerciali con gruppi della Grande distribuzione e con la più grande organizzazione di produttori di olive della Sicilia Occidentale oltre che con le cooperative sociali che gestiscono altri beni confiscati, quali “Rita Adria” che aderisce a “Libera”.

Scardinare il sistema delle illegalità, sottrarre territorio ed iniziative economiche alla criminalità organizzata, far comprendere ai siciliani che la mafia blocca lo sviluppo economico e riduce la capacità imprenditoriale dei territori è l’attività che provo a svolgere nel mio mandato – dichiara l’Assessore Regionale dell’Agricoltura Nino Caleca. L’inaugurazione dell’impianto serve a ricordare che il cambiamento è possibile e che le istituzioni sono a fianco degli imprenditori che rispettano le regole. L’Assessorato dell’Agricoltura intende spendere le proprie risorse nel rilancio di un’economia sana, trasparente, di qualità. Attraverso il Piano di sviluppo Rurale, che in queste settimane abbiamo illustrato nei territori provinciali, investiremo 2 miliardi e 300 milioni di euro in agricoltura. Farò in modo – conclude l’Assessore Caleca – che i bandi siano strutturati in maniera tale da risultare impermeabili alle infiltrazioni mafiose e criminali. Saranno previsti, infatti, deterrenti quali i rating di legalità, i codici etici ed i protocolli di legalità, tutti strumenti attualmente utilizzati in materia di appalti”.