Trapani – Cagliari, la Tirrenia va via. Fine al collegamento, c’è l’ok della Regione

Ora è ufficiale: la Tirrenia va via da Trapani.  A confermare le anticipazioni de Il Mattino di Sicilia nello scorso mese di ottobre è stato  lo stesso Assessorato regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti a cui il Consorzio trapanese si era rivolto per intervenire sulla vicenda. In una nota, a firma della dirigente del servizio 2, Dora Piazza, la Regione Sicilia spiega che la proposta di modifica della convenzione chiesta da Tirrenia “è stata approvata con D.M. 361 del 4 settembre 2014” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il consenso della Regione Sicilia e della Regione autonoma della Sardegna, visto che “non sono state ravvisate condizioni ostative alla rimodulazione degli assetti”.

La Compagnia di navigazione ha chiesto ed ottenuto la soppressione della tratta Trapani-Cagliari perché antieconomica, potenziando di fatto la linea Palermo-Cagliari. Secondo Tirrenia, che gestisce i collegamenti in regime di convezione pubblica con lo Stato per garantire la continuità territoriale con le isole, percependo la somma di 72 milioni di euro, questa operazione farà risparmiare un milione di euro l’anno.

Il Nuovo Consorzio del Porto di Trapani aveva chiesto ntervento urgente al Presidente della Regione Sicilia e all’Assessore competente. Non solo la Regione non interverrà sulla questione ma ha già approvato, senza eseguire alcuna verifica tecnica o raffronto economico, la richiesta di Tirrenia perché non ha “riscontrato motivi ostativi” alle modifiche rivendicate dalla Compagnia di navigazione, avallando inoltre una “contestuale modifica in aumento delle tariffe”.

Apprendiamo con rammarico – fanno sapere da Nuovo Consorzio del porto di Trapani – che i nostri sospetti erano più che fondati. La Regione Sicilia ha approvato un’ulteriore operazione di emarginazione e di impoverimento della Città di Trapani senza nemmeno consultare gli operatori portuali trapanesi e soprattutto senza preoccuparsi delle ricadute occupazionali che questa decisione potesse comportare. Siamo stati gli unici a lanciare l’allarme e a ribellarci contro le decisioni che piovono dall’alto senza alcuna giustificazione. Continueremo a farlo con puntualità e determinazione. Ma ci chiediamo: stando così le cose e non avendo alcun rappresentante politico locale che ci supporta, a chi dovremo rivolgerci per tutelare gli interessi del nostro Porto e del nostro territorio?”