Trapani, la colletta dei Comuni per non fare andare via Ryanair

Trecentomila euro li metterà il Comune di Trapani. Lo ha detto il Sindaco stesso, Vito Damiano. Ma per fargli tirar fuori, lui che di soldi voleva metterne solo la metà, 150.000 euro, è stata necessaria l’ennesima riunione dal Prefetto Leopoldo Falco. Valderice soldi non ne metterà. San Vito Lo Capo nicchia. Da Marsala il Sindaco Giulia Adamo fa sapere che prima vuole commissariare l’Airgest. E’ una commedia delle parti quotidiana la raccolta fondi – inedita nella storia della pubblica amministrazione in Siclia – che sta andando avanti ormai da mesi in provincia di Trapani. La vicenda ormai è nota: a Trapani c’è un aeroporto, il “Vincenzo Florio”, che fa circa due milioni di passeggeri l’anno. Il tutto grazie a Ryanair, che però chiede tre milioni di euro l’anno per non andare via. Adesso si discute del rinnovo del contratto con Ryanair (34 rotte da e per Trapani, nazionali ed internazionali) fino al 2019. Ma non c’è più la Provincia Regionale di Trapani a dissanguarsi. Devono farlo i Comuni, che da mesi si riuniscono per sapere chi deve uscire quanto. E’ questa l’operazione “Salva Ryanair”, cioè la raccolta di fondi che i Comuni della provincia devono fare per rinnovare il contratto con la compagnia irlandese.

Dopo la riunione in Prefettura, il Sindaco di Trapani Damiano ha comunicato l’intenzione del Comune di Trapani di passare da 150.000 euro di versamento annuo a 300.00 euro. In realtà, va detto, che, nella bozza di accordo che i Comuni hanno stilato alla Camera di Commercio, al Comune di Trapani toccava proprio versare 300.000 euro. Quindi, Damiano, più che raddoppiare la sua generosità, come in molti hanno invece spiegato, ha, più che altro, fatto esercizio di buona volontà.Una nuova riunione in Prefettura è stata convocata per mercoledì prossimo. Al tavolo di confronto ci sono anche Confindustria e l’Airgest, società di gestione dell’aeroporto.

Ma quanto devono versare i Comuni della provincia di Trapani? La cifra è calcolata in base alle ricadute economiche della presenza del flusso di passeggeri, che sono per la maggior parte turisti. Quindi Trapani e Marsala devono sborsare più soldi, gli altri Comuni molto meno. Tutto deve essere ancorati al meccanismo della tassa di soggiorno. Ogni turista pagherà due euro a notte per stare in provincia di Trapani, dai soldi incassati (il 75%) i Comuni finanzieranno il contratto (che comunque rasenta l’illegalità, lo ricordiamo sempre, con Ryanair). C’è il caso di San Vito Lo Capo, che è un piccolo Comune, ma che ogni anno fa il botto di turisti. Il Sindaco Matteo Rizzo ha detto chiaramente che per loro il meccanismo della tassa di soggiorno non può valere. Così come il Sindaco di Valderice, Mino Spezia, si rifiuta di introdurre la tassa di soggiorno.

La quota per ogni Comune è determinata da quattro parametri: i posti letto, la popolazione, le presenze turistiche dell’anno scorso e la distanza dal «Florio».

Anche Marsala – secondo la bozza d’accordo – deve contribuire come Trapani con 300 mila euro. Tra poco verrà approvato il bilancio, e si saprà se la disponibilità del Sindaco Adamo è vera o è un bluff. A seguire, Castelvetrano, Favignana e San Vito Lo Capo con 160 mila euro ciascuno. Scende a 120 mila il contributo di Castellammare del Golfo, Valderice, Erice e Mazara del Vallo. Tra questi Comuni quelo più avanti è Erice, perchè la giunta Tranchida ha già deliberato, prevedendo il 75% della tassa di soggiorno, con la soglia minima di 50 mila euro. L’accordo punta ad ottenere 60 mila euro ciascuno dai Comuni di Alcamo, Custonaci, Petrosino e Pantelleria. E’ invece di 30 mila euro l’impegno che viene chiesto alle amministrazioni di Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Campobello di Mazara, Paceco e Salemi. Poi ci sono Gibellina, Partanna e Santa Ninfa con una quota di 20 mila euro. Chiudono Vita, Poggioreale e Salaparuta che dovranno inserire nei rispettivi bilanci la somma di 10 mila euro. La Camera di Commercio contribuisce con un finanziamento di 350 mila euro.