Trivelle in Sicilia, il governo ci ripensa e blocca 27 autorizzazioni

Trivelle in Sicilia, nuova puntata. Il governo infatti ha deciso di bloccare 27 autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi in mare entro le 12 miglia (cioè circa 22 km) dalla costa.

Il Ministero dello Sviluppo economico «rigetta l’autorizzazione» per le ricerche offshore di petrolio e gas a Ombrina e altre 26 domande entro 12 miglia dalla costa. È quanto scrive in un tweet il portavoce del ministro Federica Guidi. 

Con i 27 provvedimenti» di rigetto, spiega una nota del ministero dello Sviluppo economico, «è stata data piena attuazione» a quanto previsto dalla legge di Stabilità: «all’interno delle aree interdette», quelle entro le 12 miglia «non insistono più istanze di permesso di prospezione, di permesso di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi». Sono state rigettate tutte le domande di ricerca petrolifera entro 12 miglia; i provvedimenti riguardano 27 istanze tra cui Ombrina mare. I provvedimenti rientrano «nel perimetro di attuazione della legge di Stabilità». I 27 provvedimenti «di rigetto, parziale o totale, di istanze di permesso di prospezione, di permesso di ricerca e di concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi ricadenti nelle aree precluse a nuove attività: le 9 istanze interamente ricadenti entro le 12 miglia sono state rigettate; le 18 istanze parzialmente ricadenti entro le 12 miglia sono state rigettate per la parte interferente».

«Si tratta di un primo e concreto risultato – commenta il coordinamento nazionale no triv -, frutto della pressione di questi mesi in cui il governo ha tentato (senza successo) di evitare la consultazione con alcune modifiche inserite nella legge di stabilità. Ora, tuttavia, è necessario andare fino in fondo – proseguono i movimenti –. I provvedimenti di rigetto del governo riguardano solo i procedimenti in corso entro le 12 miglia marine, ma non i permessi e le concessioni già rilasciati, come per esempio il recente permesso di ricerca che interessa le Isole Tremiti».

Mentre si attende infatti di conoscere la data del referendum che il governo sembra intenzionato a non unificare con le amministrative in un unico election day, Legambiente, Wwf e Greenpeace chiedono in coro una «moratoria» per fermare qualsiasi tipo di estrazione di idrocarburi. «Il Governo dimostri impegno e trasparenza anche per la tutela del mare oltre le dodici miglia – dichiara la presidente di Legambiente, Rossella Muroni – con una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione a mare e a terra». Di una «vittoria della mobilitazione» parla la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi che, chiedendo al governo di «abbandonare la via del petrolio», ricorda come il «problema sia ancora aperto», per esempio, nel canale di Sicilia e alle Isole Tremiti. Per il responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia, Andrea Boraschi, quella del referendum «rimane una partita aperta».

Intanto il Sindaco e il presidente del Consiglio Comunale di Pantelleria hanno scritto una lettera aperta della Repubblica  Sergio Mattarella:

Egregio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,

mentre nel suo messaggio di fine anno, per contrastare i cambiamenti climatici, invitava al rispetto dell’ambiente a partire dalle piccole isole, noi abitanti dell’isola di Pantelleria increduli e indignati appuravamo dai giornali di nuove concessioni petrolifere nel Mar Mediterraneo.

Caro Presidente, le sue parole sono state per noi grande motivo di orgoglio e di emozione. Non è certo cosa comune che la più alta carica dello Stato rivolga le sue attenzioni anche agli abitanti di piccole isole, come Pantelleria, relegate geograficamente ai margini dell’Italia e dell’Europa. E noi vorremmo far appello proprio alle Sue parole. Vorremmo noi insieme a Lei, puntare sulla tutela e sulla valorizzazione dell’ambiente a partire dalle piccole isole e dal mare che le circonda, per contrastare questo declino economico e rilanciare questo nostro grande paese. Immaginiamo noi insieme a Lei un Mediterraneo come mare di pace e di incontro tra culture e civiltà diverse, e non di certo come un luogo che odori di morte e di petrolio.
Caro Presidente, in questa battaglia di civiltà a tutela dell’ambiente e dei territori, le Sue parole ci hanno indicato la direzione e la giusta strada da seguire. Strada che Pantelleria, seppur a piccoli passi, ha già intrapreso, volendo trasformare quest’isola in un laboratorio naturale per le energie rinnovabili (piano rifiuti, conversione energetica della SMEDE, sfruttamento del moto ondoso, adesione al Patto dei Sindaci, efficentamento energetico del sistema dell’illuminazione pubblica). Sapere che la più alta carica dello Stato sta dalla nostra parte, ci carica di entusiasmo e di responsabilità. Facendoci interpreti dei timori dei nostri concittadini, alla presente Le alleghiamo un documento che è stato approvato recentemente dal Consiglio Comunale di Pantelleria sulla questione delle trivellazioni nel Canale di Sicilia vicino alle coste della nostra isola.
Appena l’anno scorso la nostra pratica agricola della “vite ad alberello” ha ottenuto il prezioso riconoscimento Unesco, un riconoscimento ai nostri contadini che da millenni hanno mantenuto viva questa arte, questa tradizione in nome della sostenibilità ambientale. Questa è l’Italia che ci piace raccontare all’Europa e al mondo intero. Caro Presidente si faccia portavoce delle nostre preoccupazioni e nel contempo delle nostre speranze di cambiamento che Le giungono da un’isola, per alcuni ai margini della storia, per noi al centro del Mediterraneo e porta dell’Europa.
Cogliamo con la presente anche l’occasione per invitarLa nella nostra isola, per ammirare la straordinaria bellezza dei nostri luoghi e dei nostri concittadini panteschi.

Con stima

Il Sindaco del Comune di Pantelleria
Salvatore Gino Gabriele

Il Presidente del Consiglio del Comune di Pantelleria.
Sandro Casano.