Università di Messina, il figlio del Rettore vince la cattedra copiando. E resta dov'è…

All’Università di Messina c’è un professore che ha vinto la cattedra copiando. Si tratta di Dario Tomasello. Figlio di chi? Ovviamente, di un potentissimo ex rettore. Ed è rimasto dov’è. Per andare in cattedra un docente messinese ha portato al concorso per l’abilitazione in Letteratura italiana testi qua e là platealmente copiati. Ma la notizia – riportata oggi sul Corriere della Sera da Gian Antonio Stella – è che il Ministero, di fronte alla denuncia, ha risposto, davanti alle prove del plagio: “Il giudizio non si modifica”.  Scrive Stella:

I protagonisti della storia sono due. Di qua Dario Tomasello, dal 2006 «associato» di letteratura italiana contemporanea all’Università di Messina dove il padre Francesco era allora il potentissimo rettore, destinato a rimanere in carica tra mille polemiche fino al 2013. Di là Giuseppe Fontanelli, lui pure associato nello stesso Ateneo. Punti in comune: l’essere stati entrambi allievi di Giuseppe Amoroso, storico luminare della materia. Destini diversi: al concorsone del 2013 il giovane Tomasello passa, il più anziano Fontanelli no. «Possibile?», mastica amaro il bocciato. Non si dà pace.

«Ho riconosciuto qua e là nei lavori del Tomasello non solo i pensieri ma le parole stesse di Amoroso e sono andato a controllare: c’erano pagine e pagine non ispirate ma riprese da questo o quel libro con il “copia incolla”. Senza virgolette e citazione dei testi originali». Dichiara Fontanelli, che riporta diversi esempi.

Primo testo: «La vitalità di osservatore accanito del ciclo della natura spinge Pascoli a cogliere il flusso di un divenire sempre diverso, una trama di suggestioni che si allacciano alla natura umana, facendosi, nell’istante in cui sono isolate, parafrasi della vita quotidiana ed eroica, brulicante di apparizioni, di tentazioni e allegorie… ». Secondo testo: «La vitalità di osservatore accanito dell’esistenza spinge Quasimodo a cogliere il flusso di un divenire sempre diverso, una trama di suggestioni che si allacciano alla natura umana, facendosi, nell’istante in cui sono isolate, parafrasi della vita quotidiana ed eroica, brulicante di apparizioni, di tentazioni e allegorie…» Uguali. Virgola per virgola, tranne due parole (di qua «ciclo della natura», di là «esistenza ») ma soprattutto il poeta di cui si parla. Nel primo caso Pascoli nel libro La realtà per il suo verso e altri studi su Pascoli prosatore di Tomasello, nel secondo Quasimodo nel lavoro di Amoroso nel libro collettivo Salvatore Quasimodo, la poesia nel mito e oltre a cura di Finzi.

Gli esempi sono molteplici, un vero e proprio saccheggio, secondo la denuncia di Fontanelli. Il diretto interessato si professa innocente, definisce «infamante» l’addebito nei suoi confronti, giura d’aver sempre agito con «correttezza e professionalità» e per intanto ha dato mandato al proprio avvocato affinché tuteli il suo decoro «personale e accademico». Profondamente rammaricato da quanto accaduto l’anziano critico letterario, che alla stampa mostra stupore per la ‘disattenzione’ della commissione esaminatrice. Pur non volendo dare giudizi sulla vicenda, Amoroso dice: “Siccome da quel che ho avuto modo di leggere c’è stato una reale unione, un prendere pagine e ancora pagine modificando al più il nome di un autore con un altro autore, insomma semplicemente mettendo, faccio un esempio, un Brancati lì dove v’era un Tecchi, allora mi domando come davvero non abbiano trovato gli errori. Visto che non sono testi lineari che scorrono, che non c’è uno sviluppo armonico nella narrazione, ed è evidente”.

Fatto sta che, davanti allo scandalo, la nomina di Tomasello viene sospesa. Arriva il nuovo rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra, e gira i documenti al Ministero e alla Procura di Milano (lì si è riunita la commissione). Dopo alcuni mesi, pochi giorni fa arriva la risposta incredibile del Ministero, a firma del direttore generale del Miur Daniele Livon: «Visionata la documentazione» la commissione (che lodava il vincitore anche per i «contributi originali ») ritiene di «non dover modificare il giudizio di abilitazione già reso nei riguardi del prof. Tomasello».  Ha copiato, resta d0v’è.