Verso l’approvazione all’Ars del testo unico per l’edilizia

Nell’ambito dei lavori di approvazione del ddl 841 di recepimento in Sicilia della legge 380/2001, l’ARS ha approvato gran parte degli articoliche, finalmente, risolvono paradossali contraddizione normative, frutto dell’intreccio e della sovrapposizione di leggi regionali e nazionali.
Il caso più eclatante è, forse, quello causato dalla quasi contemporanea emanazione di tre norme: il condono edilizio dell’85, la legge regionale di recepimento dello stessocondono edilizio, e il “decreto Galasso”. A causa dei dubbi sulla immediata applicazione in Sicilia del decreto Galasso, molti uffici tecnici comunali, ignorando all’epoca la norma intervenuta o male interpretandola hanno concluso gli iter concessori senza tenere conto della preventiva autorizzazione paesaggistica delle soprintendenze. «Molti cittadini siciliani – spiega l’on. Fazio, estensore dell’emendamento – si sono quindi ritrovati, inconsapevolmente ed incolpevolmente,titolari di concessioni edilizie o di sanatorie illegittime. L’emendamento da me proposto, che era già stato accolto in commissione Ambiente, assegna alle Soprintendenze l’obbligo di esprimere, ancorché in termini successivi, ora per allora, la valutazione di compatibilità paesaggistica che non venne data al momento della definizione delle concessioni, restituendo legittimità all’ignaro concessionario e regolarizzando molte abitazioni che in questi anni non hanno potuto essere ristrutturate, né vendute e acquistate».
È importante sottolineare, per evitare qualsiasi equivoco, che non viene operata una riapertura di termini di condono e non sono introdotte nuove possibilità di sanatoria, si tratta solo di un aggiustamento di tipo procedimentale che restituisce piena efficacia e legittimità alle autorizzazioni edilizie ed alle sanatorie già concesse.
«L’altro articolo approvato ieri pomeriggio che considero molto importante – continua Fazio – è l’estensione di due anni del permesso di costruire e, quindi, la proroga dei termini di inizio e fine lavori rispettivamente a tre anni e a cinque anni. Basta una comunicazione dell’interessato ed i termini sono automaticamente estesi. Non c’è discrezionalità della amministrazione comunale che deve solo prendere atto della comunicazione. La norma, con la pubblicazione della legge, diverrà organica dopo che era stata già introdotta nella finanziaria qualche tempo fa ma con un limite temporale. Ritengo che questa norma sia una opportunità per il settore dell’edilizia nel suo complesso, travolto da una crisi che ha portato al fermo di molti interventi privati che così hanno più tempo per completarli».
«Sono molto soddisfatto – conclude il deputato regionale – che siano state accoltenella legge molte mie proposte. Con questo voto l’Ars, una volta approvato il testo in via definitiva la prossima settimana e una volta pubblicata la legge in Gazzetta Ufficiale, mette ordine in quel limbo creatosi tra interpretazioni normative e atteggiamenti sclerotizzati della burocrazia. Gli uffici tecnici dei comuni avranno una norma di riferimento chiara ed univoca che eviterà, come invece successo in passato che ogni comune applichi in materia urbanistica norme diverse in dipendenza della diffusa confusione che regna per la interpretazione e sovrapposizione tra normativa regionale e statale e anche nell’ambito della stessa normativa regionale. Si raggiunge a distanza di anni un risultato che poteva essere conseguito già molto tempo fa tenuto conto che il legislatore regionale sta recependo, anche se con modifiche, il testo unico 380/2001 che è ormai di ben 15 anni fa».