Women for Oncology Italy: riflettori sul gender gap

Women for Oncology Italy

Proprio nella giornata dell’8 marzo, l’Associazione Women for Oncology-Italy vuole puntare i riflettori sul problema del gender gap in medicina.

Women for Oncology Italy, il network a sostegno delle professioniste dell’oncologia italiana, istituito 5 anni fa come spin-off della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), è da sempre in prima fila con iniziative concrete per combattere questa battaglia quanto mai attuale.Da un’indagine promossa da Women for Oncology Italy emergono dati sconfortanti: quasi 7 intervistati su 10 ritengono che esista un gender gap delle donne rispetto agli uomini nella crescita professionale in oncologia. Si tratta di un problema particolarmente sentito dalle donne (80%) contro una minoranza del 35% tra gli uomini.

Il 72% degli intervistati riporta commenti di natura sessista o discriminatoria. Nell’64% dei casi erano riferiti solo o prevalentemente alle donne. Praticamente nessun commento era rivolto solo agli uomini. Il gender gap che emerge anche nella ricerca scientifica. Una ricerca di W4O presentata all’ESMO 2019 mostra che le donne oncologhe solo nel 38% dei casi sono tra i primi autori nei lavori scientifici, a fronte del 62% di autori uomini.

In Italia” – sottolinea Marina Chiara Garassino, past President di W4O – “esiste una forte discriminazione di genere nelle carriere. I numeri parlano molto chiaro e sono stati presentati più volte, per cui non ci si può più nascondere. Purtroppo per le donne in Italia non è sufficiente essere brave. Esistono stereotipi culturali che impediscono loro di realizzarsi pienamente e non esiste nessuna strategia da parte delle istituzioni perché i nostri figli vedano un mondo con meno disparità.  D’altro canto le donne, oltre a mantenere alti i loro livello di competenza, devono vincere il loro senso di colpa per avere un lavoro soddisfacente e iniziare a pensare che si possa avere una famiglia ed essere realizzate professionalmente. Il mio capo qui a Chicago è una donna con quattro figli e un curriculum stellare e io ho due meravigliose figlie con me in America”.

La pandemia ha avuto ripercussioni anche sul gender gap. Durante il lockdown molte donne si sono trovate a dover gestire un maggior carico in termini di impegni casalinghi e familiari. Questo ha avuto un forte impatto in termini di scarsità di pubblicazioni e progetti di ricerca avviati rispetto ai propri colleghi uomini.

Cosa farà W4O con il nuovo direttivo per superare questa criticità?

L’obiettivo che ci poniamo con W4O” – sottolinea la Presidente Rossana Berardi – “è di dare alle colleghe una consapevolezza più forte del proprio valore professionale e del proprio ruolo, sia in corsia che nella ricerca e aiutarle a trasmetterlo alla collettività. Da un lato, infatti, è evidente l’eredità culturale che penalizza le donne; dall’altro spesso non ci si sente adeguate, c’è quel tendere alla perfezione che dilata e sposta in avanti ogni traguardo. In altre parole, al gender gap si somma il confidence gap. È quindi necessario recuperare la coscienza di sé e W4O può aiutare in questo con una logica di rete. Procedere insieme accresce il concetto di sé, perché il mio problema, la mia difficoltà diventa quella di tutte. E si supera.

Women for Oncology chiede alle Istituzioni che si impegnino affinché venga istituito in tempi rapidi un tavolo di lavoro interministeriale per analizzare e risolvere il problema. Diventa poi quanto mai utile realizzare progetti di sensibilizzazione in collaborazione con gli assessorati alle pari opportunità e alla sanità nelle diverse regioni italiane.