Acqua e rifiuti, Consiglio dei Ministri dichiara lo stato di emergenza in Sicilia

La dichiarazione dello stato di emergenza per la crisi idrica a Palermo e per la gestione dei rifiuti in Sicilia è stata approvata oggi pomeriggio dal Consiglio dei ministri. Una notizia molto attesa dal Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci e dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando dopo la grave crisi idrica che ha colpito il capoluogo siciliano e la crisi dei rifiuti in tutta l’isola.

“Sono contento – afferma il presidente della Regione Nello Musumeci  – che il Consiglio dei ministri abbia aderito alla nostra richiesta di concessione di poteri straordinari per poter superare le criticità causate dal gravissimo ritardo accumulato negli anni. Di questo voglio ringraziare il premier Paolo Gentiloni nel quale ho trovato un interlocutore attento e sensibile. Non si conoscono ancora, nei dettagli, le delibere, per cui bisogna attendere per capire all’interno di quale perimetro ci potremo muovere. So che sarò affiancato da due coordinatori, che avranno anche una funzione di vigilanza. Al di là del superamento della fase emergenziale, comunque, la Regione si è già mossa per la programmazione ordinaria delle infrastrutture, in modo tale che al massimo fra un paio d’anni questa crisi sia solo un lontano e brutto ricordo”.

“Esprimo il mio apprezzamento come sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia al Consiglio dei Ministri che ha accolto le richieste del Comune di Palermo e di tutti gli altri comuni siciliani dichiarando lo stato di calamità naturale inerente il problema idrico e per il commissariamento anche per quanto riguarda i rifiuti”. Lo dice Leoluca Orlando che negli ultimi giorni è stato in contatto con Palazzo Chigi e la Presidenza della Regione. “Adesso – continua Orlando – occorre realizzare al più presto le necessarie opere per mettere a regime una ordinaria acquisizione di risorse idriche evitando lo stato di emergenza e, allo stesso tempo, realizzare un sistema di impianti che permetta di accelerare la raccolta differenziata nella nostra regione”. “Speriamo prosegua nel tempo – conclude – lo spirito di collaborazione istituzionale registrato in questi ultimi mesi fra i Comuni siciliani e i governi regionale e nazionale, indispensabile per la soluzione dei problemi fin qui registrati”.

“Ancora una volta il governo nazionale dimostra grande attenzione per la Sicilia. Ora tocca al governo regionale sapere affrontare questa situazione, senza scaricare responsabilità sui Comuni e senza continuare ad accusare ‘altri’ di uno scenario che oggi ha contorni ben diversi dal passato. Musumeci non ha più alibi: grazie al governo Gentiloni, adesso ha tutti gli strumenti per potere intervenire e superare questa crisi”. Lo dice Giuseppe Lupo, presidente del gruppo PD all’Ars.

“Delle due l’una: o il capogruppo del Pd all’Ars è interessato a sapere quali sono i motivi dell’attuale emergenza idrica – e su questo potrebbe tranquillamente chiedere ai suoi compagni di partito che fino a qualche giorno fa sostenevano Crocetta – oppure desidera conoscere cosa intenda fare il governo Musumeci per porvi rimedio nell’imminente futuro. E su quest’ultimo punto l’onorevole Lupo sarà felice di sapere che il presidente della Regione ha posto il tema dell’acqua in Sicilia tra le priorità della sua agenda fin dal suo insediamento”. Lo afferma il capogruppo di Diventerà Bellissima all’Ars Alessandro Aricò.

“La dichiarazione dello stato d’emergenza per la crisi idrica di Palermo e per la gestione dei rifiuti in Sicilia decisa dal Consiglio dei ministri sancisce il fallimento di anni di governo in Sicilia”. Lo afferma Erasmo Palazzotto, candidato a Palermo per Liberi e Uguali. “La crisi idrica, ampiamente prevedibile ed evitabile, è dovuta principalmente a politiche scellerate che hanno consegnato ai privati la gestione delle risorse idriche senza mai pretendere una manutenzione delle reti e degli invasi – aggiunge – Così come quella dei rifiuti, frutto di anni di speculazioni che hanno visto la politica al servizio dei signori delle discariche senza nessuna programmazione per implementare il riciclo ed il riuso dei rifiuti. Lo stato di emergenza non risolverà nulla senza una politica che faccia tornare pubblici i servizi essenziali, che serve non solo a garantire la collettività nei suoi diritti, ma anche ad evitare che i privati si arricchiscano sulla pelle dei cittadini”.