Artigianato e innovazione: i record di Kamira, la caffettiera speciale nata in un garage

Kamira

Ingegno, intuito e… testardaggine. Sono i tre elementi che hanno decretato il successo di Kamira, una speciale caffettiera che permette di realizzare un caffè espresso anche a casa e usando il caffè della moka. Ma che soprattutto ha messo in luce come idee innovative e vincenti possono nascere anche in Sicilia, in questo caso a Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina.

Ingegno, dunque. Kamira, infatti, è un brevetto di Antonino Santoro, 60 anni, un perito meccanico – che parla con la competenza di un ingegnere – che ha trovato il modo per realizzare un caffè espresso, cremoso come quello del bar, ma senza dover usare macchinette elettriche, cialde o altro. «Ho solamente dato una risposta a una mia esigenza che è comune a tante altre persone», racconta Santoro. E qui l’ingegno dell’invenzione si unisce all’intuito che questa soluzione, concretizzata in un prodotto, fosse utile e di grande interesse per tante altre persone: 80 mila finora le Kamira vendute finora, 14 anni dopo il suo brevetto, registrato nel 2003. La testardaggine sta nel credere a un’idea ma soprattutto… nel voler realizzare il caffè espresso a casa.

Antonino Santoro, l’inventore di Kamira

«In realtà – racconta Santoro – ci ero riuscito con una normalissima moka. Dopo anni di esperimenti e prove ero riuscito a trovare le quantità di caffè, acqua e calore adatte per un espresso con la moka e anche la qualità del caffè. Un giorno, però, distraendomi ho dimenticato la moka sul fuoco e l’ho fatta bruciare. Così, l’ho buttata pensando di poter ritrovare quell’equilibrio con un’altra caffettiera. Invece, non ci sono più riuscito. Forse perché la lega di alluminio tra una caffettiera e un’altra è differente e quindi anche la modalità di assorbire calore. In ogni caso, quella è stata la scintilla per provare a inventare una nuova caffettiera». E Santoro ci riesce davvero: usa l’acciaio al posto dell’alluminio («perché l’acciaio riscalda velocemente e rilascia velocemente il calore», spiega) e progetta una caffettiera dalla forma innovativa e dall’idea originalissima. «Il segreto – spiega Santoro – è di non avere alcuna conoscenza di caffè, oltre al gusto di berlo, e quindi di non avere il pregiudizio che non possa esistere una caffettiera che faccia l’espresso».

Kamira: progetto nato con i soldi del suocero

Il progetto di Kamira viene finanziato dal suocero Nazareno Buscari, oggi 84enne, e l’azienda inizia a produrre questa invenzione accanto alle lavorazioni in ferro e metallo che già faceva. Il successo arriva, ma anche qui in maniera artigianale: niente battage pubblicitario ma tanto passaparola, una rete di venditori capaci e molta presenza sul web e sui social network con dirette Facebook, tutorial su Youtube e i commenti e le condivisioni dei clienti che arrivano copiosi. Così Kamira, che costa 70 euro circa, entra in molte case italiane, poi in Germania, Stati Uniti, Australia, Giappone, ecc. e permette di fare l’espresso con pochi centesimi e anche in maniera ecologica, senza produrre rifiuti come cialde o capsule. L’azienda di Santa Teresa Riva adesso fattura circa 500 mila euro all’anno, facendo lavorare in tutto 7 persone.

A dirla tutta, Santoro è un artigiano col vizietto del brevetto. Nel 1998 aveva già inventato un altro congegno: si tratta di un sistema per elevare da un piano a un altro i carrelli della spesa negli ipermercati e nei centri commerciali. Utilissimo prima dell’arrivo dei nastri trasportatori: ebbero, infatti, molto successo in Italia. Ma ciò di cui va più fiero Santoro è che questi sistemi, chiamati Conveyor, non si rompono e non hanno bisogno di manutenzione: «Qualche tempo fa sono andato a Parma dove avevamo montato un Conveyor in una struttura in centro città. Ebbene, il sistema era ancora lì, perfettamente funzionante. Sarò forse controcorrente, rispetto a un’industria che programma la durata dei prodotti, ma io preferisco realizzare cose che durino, siano efficienti, non si rompano e non abbiano bisogno di troppe manutenzioni».