Banda larga. La "rivoluzione" digitale in Sicilia. Ma ci sono i soldi?

E’ una rivoluzione digitale quella che vuol far partire il Governo Renzi e che prevede interventi anche in Sicilia. Banda larga e ultralarga, roba mai vista a queste latitudini, che entrano nel Piano Nazionale da 6 miliardi di euro di fondi pubblici per portare la fibra anche nelle zone fino ad oggi isolate. Il tutto con una partnership pubblico privato. “L’Italia si dota di un piano che mette insieme diversi ministeri, diverse fonti di finanziamento, fondi propri di Regioni, dei privati: un mix e un tentativo di mettere a unità una serie di competenze e risorse in un quadro strategico che permetta questo paese finalmente di fare la sua rivoluzione digitale, e raggiungere gli obiettivi dell’agenda europea» ha detto il sottosegretario Graziano Delrio. Il piano prevede la crescita digitale del Paese nell’intervallo 2014-2020. Per Delrio poi il Meridione “ha tutte le risorse per raggiungere gli obiettivi indicati dall’Europa prima di altre parti d’Italia. L’obiettivo, o impresa se volete, è quello di superare il traguardo imposto dall’Agenda digitale europea portando i 100 mega di connessione internet all’85% della popolazione entro il 2020. Questo l’ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. Per le risorse ballano alcune cifre, si parla di 13 miliardi di euro il totale dei fondi pubblici a cui si potrebbe attingere, nelle migliori delle ipotesi, per la rivoluzione digitali. Dai fondi strutturali dell’Ue per il 2014-2020 possono arrivare 2,2 miliardi di euro. Dai fondi per lo sviluppo e la coesione possono arrivare 4 miliardi di euro. Le risorse pubbliche però non basteranno e una mano la dovranno dare i privati. Vodafone parte con l’idea della newco con la partecipazione dello Stato e aperta a tutti gli operatori.
Investimenti, insomma, che dovrebbero arrivare in Sicilia.
Intanto all’Ars sono state sbloccate gare per 120 milioni di euro che riguarderebbero progetti per lo sviluppo della banda larga e ultra larga. In commissione Bilancio dell’Ars c’erano anche i dirigenti di Infratel, società del ministero dello Sviluppo economico, Telecom e i responsabili dei dipartimenti della Regione coinvolti nel tema. Una riunione che avrebbe sbloccato “alcune difficoltà ed entro marzo saranno approvati i progetti, con l’inizio dei lavori a giugno, e la conclusione entro il 31 dicembre 2015”. E’ quanto dicono Nino Dina e Vincenzo Vinciullo, presidente e vice della commissione Bilancio all’Assemblea regionale siciliana. “Con la banda larga e ultra larga saremo nelle stesse condizioni di altre aree europee e con un impatto positivo sull’occupazione”, aggiungono i due parlamentari regionali.
Uno dei primi progetti da mettere in moto per la banda larga o digital divide è un appalto Telecom da 16,8 milioni di euro. A questo partecipa la regione con un finanziamento da 7 milioni di euro a valere su Po Fesr 2007-2013. Altri 3 milioni li mette il ministero dello Sviluppo e 6,8 mln l’investimento di Telecom. Saranno 136 i comuni coinvolti nei lavori. L’altro progetto è pari a 103 mln, 75 mln di fondi della Regione sul Pac salvaguardia e 28 mln Telecom. I comuni coinvolti sono 142, con 1.165 le sedi istituzionali interessati gli interventi di alta tecnologia. Si è andati di urgenza per evitare di perdere anche questi fondi europei. In realtà resta più di un dubbio sui 75 milioni che arriverebbero dai Pac. Perchè la legge di stabilità varata dal governo nazionale toglieva alle regioni meridionali i fondi Pac non impegnati entro il 30 settembre 2014 e che dovrebbero servire a finanziare gli sgravi a quelle imprese che assumono a lavoratori a tempo indeterminato. Vinciullo è sicuro: “I Pac torneranno a disposizione della Regione. Il governo doveva farci sapere quanto ci toglieva ma non abbiamo avuto notizia, in ogni caso si possono usare quelli della programmazione 2014-2020”. In ballo c’è l’avvento della connessione internet ultra veloce in Sicilia. 400 le località che dovranno essere raggiunte, comprese le frazioni più lontane.