Bretella A19, gli ingegneri di Palermo bocciano il piano di costruzione

Bretella A19, gli ingegneri di Palermo  bocciano   il piano di costruzione deciso dal commissario per la gestione dell’emergenza Guardabassi.  «Mentre un viadotto quasi certamente utilizzabile per il transito in tempi ragionevoli e in sicurezza con opportune opere a presidio viene inspiegabilmente abbandonato a sé stesso e lasciato indifeso davanti alle prevedibili nuove frane invernali – afferma il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Palermo, Giovanni Margiotta –, si va alla costruzione di una bretella che sorgerà comunque su una paleofrana e che rappresenterà solo un ripiego inadeguato con il quale, visto l’andazzo, l’economia siciliana dovrà fare i conti a lungo. Il piano per la A19 voluto dal commissario, avvocato Guardabassi, è lontano dall’idea della soluzione più idonea che lo stesso atto con cui è stato nominato dalla Protezione Civile nazionale gli richiede e che era motivo ispiratore del protocollo d’intesa tra noi e Anas».

Il piano varato dal commissario per l’emergenza sulla autostrada A19, prevede tre distinti affidamenti per la demolizione delle parti danneggiate del viadotto Himera in direzione Palermo, per l’adeguamento della vicina strada provinciale Polizzi-Caltavuturo e per la realizzazione di una rampa by-pass.
Margiotta si sofferma poi sulla mancata attuazione dell’accordo istituzionale siglato un mese e mezzo fa tra l’Ordine e l’Anas. «Il nostro protocollo d’intesa con Anas, braccio tecnico-operativo del commissario nella qualità di soggetto attuatore, aveva – sottolinea Margiotta – un preciso scopo: offrire, in base al principio di leale collaborazione tra istituzioni, il nostro apporto di competenza e conoscenza del territorio per contribuire a ripristinare in sicurezza prima possibile la continuità dell’autostrada A19, interrotta dalla frana del 10 aprile nei pressi di Scillato, e a individuare la soluzione di minore impatto possibile per la viabilità. Il documento aveva previsto uno scambio di dati e informazioni utili e aveva fissato alcune priorità tra cui la decostruzione del viadotto dissestato con contestuali indagini su quello che appare non avere subito danni, per un suo riutilizzo. Le scelte progettuali già compiute dalla struttura commissariale, che ci sono state illustrate tre giorni fa a giochi ormai fatti, vanno chiaramente in altra direzione e non risultano funzionali a questi obiettivi».

Pochi i 90 giorni previsti per la rampa by-pass. «Per quanto riguarda, poi, le affermazioni dell’avvocato Guardabassi secondo cui sarebbero necessari nove mesi per la riapertura al transito della carreggiata in direzione Palermo, si tratta di una quantificazione artatamente sovrastimata – spiega Margiotta – e formulata in assenza di uno specifico progetto di recupero, che non risulta sia stato fatto. Al contrario, appare sottostimato il tempo per la realizzazione della bretella indicato nel cronoprogramma di progetto venuto a nostra conoscenza: si prevedono, infatti, 90 giorni a fronte di una serie di opere geotecniche di notevole complessità, tra cui una paratia di pali, una spalla con fondazione a pozzo con pali secanti, un rilevato alleggerito e opere accessorie di drenaggio di non semplice esecuzione, compreso l’impiego della tecnica del micro-tunnelling».

Viadotto Ct-Pa non demolito ma anche non protetto. «Alla fine – osserva ancora Margiotta – abbiamo sì ottenuto che non sia demolito il viadotto in direzione Palermo, ma il piano di intervento non prevede le necessarie opere a protezione delle sue pile e delle sue fondazioni. Ciò significa che con l’arrivo dell’inverno e il quasi certo riattivarsi della frana anche il viadotto in direzione Palermo sarà coinvolto nel dissesto, che potrebbe comprometterne irreversibilmente la possibilità di recupero. Il percorso intrapreso dall’avvocato Guardabassi impone il dogma della rampa by-pass caro prima ai vertici dell’ufficio tecnico romano di ANAS e ora, evidentemente, anche allo staff del commissario. Un dogma che obbligherà inutilmente e per chissà quanto tempo i mezzi leggeri e pesanti a percorrere un tracciato tortuoso a doppio senso di marcia».