Cambio Bonus edilizia, Inarsind: “Rischio stop lavori: da rivedere previsioni in legge di bilancio”

“Il sistema dei bonus in edilizia,  così come modificato dall’art. 8 della legge di bilancio,  appare destinato a deludere le aspettative di una consistente platea di cittadini, tecnici e imprese del settore. E’ assai probabile, infatti, che le riduzioni previste a scalare fino al 75% entro il 31 dicembre 2025 produrranno un effettivo stop delle iniziative programmate, destinato a ripercuotersi come danno autentico sull’attività di progettazione, propedeutica ad ogni realizzazione”.

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Chiede quindi un deciso cambiamento di impostazione l’Inarsind, l’Associazione di rappresentanza degli ingegneri e architetti liberi professionisti che attraverso le parole del suo presidente, Carmelo Russo, afferma: “Anche le imprese, tra cui molte hanno ultimamente concentrato la loro attività sul settore dei bonus in edilizia, rischiano di avere impiegato inutilmente le loro risorse, tralasciando altri tipi di commesse che non saranno rimaste certo ad aspettarle. Le proroghe previste per le persone fisiche al 31 dicembre 2022 rischiano di apparire poco praticabili, quando non essere interpretate come autentiche beffe: sia perché condizionate all’abitazione principale ed al possesso di un ISEE di 25000 euro (veramente basso con sicure problematiche da parte degli Istituti finanziari a procedere con la cessione del credito), che ad avere avviato le relative formalità al 31 settembre 2021. Sono requisiti destinati, entrambi, ad escludere una gran parte della possibile platea (si consideri anche che l’ISEE è familiare) che, di contro,  non potrà nemmeno contare sullo sconto in fattura o la cessione del credito per i bonus per efficienza energetica e per ristrutturazioni.”

E poi, sostiene ancora Inarsind, “si sarebbe dovuto, e questo come da tempo reclamato, adottare un vero testo unico delle norme, mentre ancor oggi la loro lettura risulta impossibile senza coprire il tavolo dei precedenti richiamati, peraltro come già modificati. A fronte della consistente attivazione degli investimenti e  dell’occupazione prodotti dai bonus in edilizia, evidenziata da autorevoli studi, bisognerebbe dare certezza del loro mantenimento almeno per un arco temporale di tre anni da oggi”.

 “Non si tratta  – conclude il presidente Russo – di cedere all’italica consuetudine delle proroghe, ma di riconoscere  tutte le reali difficoltà a cui è andata incontro finora l’applicazione della norma: la necessità di ricorrere a mille e più chiarimenti, spesso in contraddizione tra loro, poi l’impossibilità di reperire sul mercato i materiali anche per gli aumenti di costo a cui gli stessi sono stati sottoposti con la difficoltà del mercato a far fronte alla domanda, che ha riguardato ogni settore: imprese, lavoratori, professionisti e credito”