Castello Schisò, è polemica: Pd e Legambiente attaccano Musumeci

È polemica sull’acquisto del Castello Schisò di Giardini Naxos. È di ieri la notizia che il Castello è stato acquistato dal Parco Naxos diventando patrimonio della Regione Siciliana. Oggi Partito Democratico siciliano e Legambiente attaccano il Governo regionale.

“Mi complimento con la Regione Siciliana per l’acquisto del  Castello di Schisò. Un vero affare, concluso per una cifra doppia rispetto al prezzo di mercato – dice il parlamentare dem Anthony Barbagallo – Si tratta di  un immobile di alta valenza culturale la cui proprietà è stata la centro di una complessa vicenda giudiziaria. Poco meno di un anno fa, nel dicembre 2017, – aggiunge – il bene era stato battuto all’asta ad 1.615.000 euro. Adesso  – conclude – la Regione spende più del doppio, 3.400.000 euro per  fare un acquisto che lascia molte ombre”.

Per gli ambientalisti siciliani, che si battuti e chiesto da tempo che la Regione acquistasse il Castello di Schisò, “un giudice del Tribunale di Messina di annullare la procedura di vendita all’asta. Queste perplessità furono rilanciate in un’intervista dalla storica dell’arte Silvia Mazza che, durante le procedure di vendita nei mesi precedenti, aveva interessato l’allora Assessore Sgarbi, chiedendogli, giustamente, di non far partecipare la Regione all’asta. La vendita del Castello fu stabilità alla cifra di 1.615.000,00  euro, unico possibile acquirente la società Hotel Palme srl; cifra che avrebbe dovuto sborsare la Regione esercitando il diritto di prelazione, essendo un bene vincolato. Infatti, gli organi del Parco archeologico di Naxos, nella delibera del 30 dicembre 2017, avevano stanziato questo importo per l’acquisto del bene. Ma, il 12 marzo 2018, questo giudice di Messina decide sia di bloccare la vendita sia la successiva base d’asta  di 4.100.000,00  euro, per stabilire la quale ha individuato come “utile parametro  l’ammontare dello stanziamento all’uopo di recente disposto dal Parco archeologico di Naxos”. Inoltre, il giudice, rincarando la dose, parla nell’ordinanza di un “intervenuto stanziamento del complessivo importo di 3.413.473 euro” finalizzato dal Parco “all’acquisto del Castello. Peccato che, agli atti del Parco, così come confermò pubblicamente la direttrice del Parco, l’architetto Vera Greco, alla nostra iniziativa del 12 maggio, non risulta nulla di tutto questo, ma solo la delibera che stanziava 1.615.000,00 euro. Ora mi chiedo e chiedo all’Assessore Tusa: come si è oggi arrivati a comprare il Castello per una cifra quasi tre volte superiore a quella fissata nel marzo scorso? C’è una nuova valutazione del valore dell’immobile? Chi l’ha fatta? Spero che la base della nuova determina non sia l’astruso e disinvolto ragionamento fatto dal giudice nell’ordinanza. Sarebbe uno scandalo. Chiediamo chiarezza, perché continueremo a batterci per salvare il patrimonio culturale della nostra regione, ma, con la stessa forza e determinazione, vogliamo affermare i valori di legalità e trasparenza”.