Catania, terminal A dell’aeroporto chiuso per altri 5 giorni

Il terminal A dell’aeroporto di Catania Fontanarossa, dopo l’incendio del 16 luglio scorsosarà chiuso per altri 5 giorni. Si sapeva che la riapertura venisse fatta slittare ma non si sapeva ancora per quanti altri giorni. Lo comunicano Enac e SAC, società di gestione dell’aeroporto di Catania, precisando che sono al lavoro per migliorare progressivamente l’operatività dello scalo attualmente limitata a causa dell’incidente.

 Nello specifico, in coordinamento con la Protezione Civile, “è in fase di realizzazione una tensostruttura che permetterà di aumentare la capienza del Terminal C e di conseguenza il numero di voli operati ogni ora, nonché di agevolare l’attesa e le operazioni di imbarco. A breve, dunque, il numero dei voli in partenza sarà aumentato dagli attuali 2 all’ora a 4 e, successivamente, fino a 7 l’ora. Nel frattempo, grazie alla collaborazione con il Prefetto Maria Carmela Librizzi e con il Governatore Renato Schifani, che ha richiamato tutti al senso di responsabilità comune per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, è entrato a regime il sistema di trasferimento con navette dei passeggeri verso gli scali di Comiso, Palermo e Trapani: il servizio proseguirà nei prossimi giorni”.

Anche Palermo ora in difficoltà

L’aeroporto di Palermo ha intanto fatto sapere che domani prenderà in carico solo 20 voli che interessavano Catania, ma nessuno nel weekend in quanto “il traffico aereo è ormai al limite” come ha spiegato il direttore generale della Gesap, la società di gestione dello scalo “Falcone-Borsellino”. 

 Una precisazione che ha fatto infuriare il presidente della Regione Renato Schifani: “Non posso che stigmatizzare l’atteggiamento della direzione generale dell’aeroporto di Palermo che, senza un doveroso confronto con gli organi di controllo, ha dichiarato di non accettare più voli destinati originariamente allo scalo di Catania, ingenerando cosi’ uno stato di allarmismo e tensione sociale in quanti hanno scelto di trovare in Sicilia, simbolo dell’accoglienza, un luogo ideale per le vacanze”. A questo proposito, l’Enac rivendica il proprio ruolo di autorità nel determinare la capacità degli aeroporti siciliani a supporto dell’operatività di Catania. 

Stefania Prestigiacomo: “Incapaci, vadano a casa”

“Il rogo che si è sviluppato domenica notte all’aeroporto di Catania ha gettato la Sicilia in uno stato di emergenza che i vertici istituzionali isolani sembrano non comprendere in tutta la sua gravità e che il Governo nazionale dovrebbe avocare e gestire”. Lo afferma, in una nota, Stefania Prestigiacomo. “Ciò che è accaduto – prosegue – ha evidenziato gravissime lacune in materia di piani di sicurezza dell’aerostazione dove miracolosamente non si sono registrate conseguenze per gli utenti. Inoltre è vergognosa la disorganizzazione di cui sono vittime decine di migliaia di viaggiatori sballottati fra gli aeroporti dell’Isola senza informazioni, servizi, spesso senza nemmeno una bottiglietta d’acqua”. Prestigiacomo evidenzia come “c’è chi oggi ha impiegato 11 ore da Roma a Catania via Trapani. Da anni denuncio l’inadeguatezza del management della SAC di Catania, che ha trasformato lo scalo in un fortino elettorale senza dotare uno dei principali aeroporti italiani di programmazione, piani d’emergenza, attrezzature e strumentazioni alternative, per non parlare  del resto, aree d’attesa senza sedute, servizi igienici da terzo mondo. A causa delle gravi colpe della Dirigenza SAC, oggi – continua – viene messo in discussione, quando non negato, il diritto alla mobilità dei Siciliani e di quanti in Sicilia volevano venire a trascorrere le vacanze. Si stanno danneggiando l’immagine dell’isola e producendo danni economici pesantissimi a molte aziende e strutture del comparto turistico.
L’impressione che un settore vitale per l’economia siciliana sia in mano a dilettanti è enfatizzato dalla manfrina delle date di apertura annunciate e smentite: prima oggi, adesso il 25, domani chissà”. “Certo – aggiunge Prestigiacomo – è che i danni sono gravi, le aree incendiate non si possono toccare perché sottoposte a sequestro giudiziario come “scena del crimine”, e sicuramente sarà necessaria una bonifica ad ampio spettro a causa della combustione delle materie plastiche che si è verificata e ha interessato una vasta area dello scalo. Mi appello al governo nazionale affinché commissari la SAC cercando così di ridurre al minimo i disagi per gli utenti e ponendo fine – conclude – ai danni che potrebbe continuare a fare una dirigenza dimostratasi assolutamente non in grado di gestire la situazione.