Congresso Pd in Sicilia nel caos: è già guerra di ricorsi

Partito democratico siciliano

Non c’è pace per il Partito Democratico in Sicilia. Dopo la guerra per il segretario regionale, che ha visto la vittoria del senatore Davide Faraone “a tavolino” per il ritiro dell’altra candidata, la zingarettiana Teresa Piccione, la prima fase congressuale, che vede il voto degli iscritti nei circoli per decidere chi fra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina, Roberto Giachetti, Francesco Boccia, Dario Corallo e Maria Saladino, debba partecipare alle primarie aperte del 3 marzo, è già nel caos. Da Agrigento e Palermo arrivano accuse, liti e ricorsi.

Ad Agrigento, a quanto apprende l’Adnkronos, cinque componenti della commissione di garanzia per lo svolgimento del congresso provinciale di Agrigento hanno presentato un ricorso denunciando la mancata riunione della commissione nominata da Roma e l’organizzazione di congressi di circolo fasulli. Congressi che sarebbero stati organizzati dal segretario provinciale provinciale Giuseppe Zambito, “in spregio a qualunque regola democratica e a qualunque norma statutaria”, e i cui verbali attesterebbero la partecipazione di simpatizzanti del Pd che non si sarebbero mai recati ai seggi.

Una denuncia che mette in dubbio l’autenticità dei voti raccolti sino adesso nella provincia agrigentina (la maggior parte dei quali sarebbe per Nicola Zingaretti) e che ha spinto la commissione regionale ad annullare i congressi svolti sino adesso ad Agrigento e inviare un osservatore per verificare quanto accaduto. Il compito spetterà a Giuseppe Bruno, scelto all’unanimità dalla commissione regionale.

Alle accuse Zambito, che ha già presentato un contro-ricorso, risponde con un lungo post su Facbeook: “È una prassi consolidata, quando il Pd agrigentino alza la testa e si sottrae a logiche di basso compromesso, con la costruzione di una bufera mediatica si vuole intimidire e ricondurre “al ragionamento. Accade che soggetti, sconosciuti all’anagrafe di partito, che nulla hanno a che fare con la storia del PD, che non hai mai visto ad una riunione di partito ti puntano il dito e senza pudore offendono la dignità di donne e uomini che hanno il torto di credere ancora nella partecipazione democratica come strumento per esprimere idee e fare scelte. Accade che soggetti dopo “essersi fatti” la convenzione nel proprio studio privato sottoscrivano un documento e si scoprono vittima di chissà quale complotto. Accade che una Commissione regionale invece di garantire tutti, sia così di parte da cambiare le regole a piacimento senza rendersi conto che il tempo dei diktat è finito e pretende di dare lezione di democrazia. Accade che il Presidente di questa commissione, piuttosto di spiegare e raccontare gli avvenimenti degli anni del governo Crocetta e continua a voler decidere le sorti di un partito ormai dilaniato e stanco. Accade che si lancia un comunicato stampa e si omette di scrivere i nomi dei soggetti che “accusano”, in questo tempo ormai privo di confronto e ragionamento, non è necessario approfondire e comprendere, basta dichiarare! Accade che ti inviano un’osservatore che ti osserva, e mentre ci osserviamo mi scappa solo da ridere”.

A Palermo invece Attilio Licciardi, componente dell’Assemblea nazionale Pd e coordinatore provinciale dell’area Orlando, e Ninni Terminelli, presidente dell’Associazione Sinistra delle Idee, che sostengono Zingaretti, lanciano in una nota una durissima accusa: “Nei due circoli che fanno riferimento a Faraone sono spuntate 450 schede votate per Martina. Si annullino queste elezioni”.

“Mentre in tutta la Sicilia si registra la netta vittoria di Nicola Zingaretti – proseguono i due esponenti dem – nei due circoli del Pd palermitano, gestiti da Faraone, spuntano magicamente 450 schede votate per il candidato Martina a fronte di voti ridottissimi a favore di Zingaretti e Giachetti. Un’affluenza straordinaria e quanto meno “strana” maturata negli ultimi minuti di votazione. Chi ha interesse a distruggere il PD?. Chi ha interesse ad umiliare decine e decine di militanti che con umiltà stanno cercando di restituire credibilità e forza al PD cercando i cittadini uno alla volta per riportarli alla partecipazione? È tollerabile che il principale partito del centrosinistra italiano assista inerme a questa degenerazione?”.

Dal comitato provinciale per Martina Segretario arriva la replica a Terminelli e Licciardi: “Ci dispiace che Andrea Orlando consenta questo degrado verbale reso pubblico da chi lo rappresenta a Palermo. E ci spiace ancora più sapere che i rappresentanti dell’ex Ministro del Governo Renzi non sappiano che i congressi di cui parlano si sono svolti alla presenza di rappresentanti della loro mozione che hanno sottoscritto il verbale. Già nella giornata di ieri sono emerse, in molte parti della Sicilia, le pratiche dei zingarettiani e siamo convinti che nei prossimi giorni ne conosceremo di nuove. È evidente che questo attacco a Martina è un patetico tentativo di nasconderle ma con scarsi risultati”.