Covid, monitoraggio Iss: Rt nazionale a 0,95, in Sicilia 0,66

Covid Sicilia

Sale a 0,95 l’Rt nazionale dallo 0,84 della scorsa settimana. Il dato emerge dal monitoraggio Iss-Ministero Salute.  Ma la Sicilia si piazza a 0.66.

Si confermano per la seconda settimana segnali di “contro-tendenza nell’evoluzione epidemiologica, con progressivo rallentamento nella diminuzione dei nuovi casi fino ad una stabilizzazione, che potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”. 

Inoltre sette Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente.

Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno. Lo evidenzia la bozza del monitoraggio. 

Una Regione (Umbria) e una PA (Bolzano) hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Sono dieci (contro 11 la settimana precedente) le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nove con rischio basso. Aumenta il numero di Regioni/PPAA dove sono state riportate allerte di resilienza (11 contro 5 la settimana precedente). Lo evidenzia la bozza di monitoraggio, relativa alla settimana 1/2/2021-7/2/2021 (dati aggiornati al 10/2/2021). 

Diminuisce da 7 a 5, il numero di Regioni e province autonome che hanno un tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti sopra la soglia critica.  Nelle terapie intensive il valore nazionale e’ sotto la soglia critica del 30%, a quota 24%. Il numero delle persone ricoverate nelle terapie intensive scende da da 2.214 (02/02/2021) a 2.143 (09/02/2021). Anche nelle aree mediche è in diminuzione, passando da 20.317 (02/02/20201) a 19.512 (09/02/2021).  

Nella settimana di monitoraggio Covid in Italia, in base alla bozza Iss-Ministero Salute, solo Sardegna e Valle d’Aosta, hanno un’incidenza settimanale sotto i 50 casi per 100.000 abitanti (soglia oltre la quale il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità); l’incidenza supera invece la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti in tre casi: PA Bolzano (770,12 per 100.000 abitanti) PA Trento (254,85 per 100.000 abitanti) e Umbria (283,28 per 100.000 abitanti). L’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni rimane sostanzialmente stazionaria: 269,79 per 100.000 abitanti (25/1-07/2) contro 273,01 precedente. 

Restare a casa. Si conferma la necessità di mantenere la “drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”. Lo evidenzia la bozza di monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine.

Circa un caso su cinque in Italia risulta positivo alla variante inglese, secondol’indagine condotta dalle Regioni che hanno inviato al ministero e all’Istituto superiore di sanità i risultati dei test realizzati dal 3 e il 4 febbraio, come indicato in una circolare della scorsa settimana. In questa fase “delicata dell’epidemia si conferma la circolazione diffusa di varianti virali a più elevata trasmissibilità nel nostro paese”. Lo rileva la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.