Crisi al Giornale di Sicilia. La lettera di un ex giornalista al Sindaco di Palermo

Caro Sindaco,

ti scrivo da ex giornalista, oggi pensionato, del Giornale di Sicilia. Un giornalista che al Giornale di Sicilia ha vissuto e lavorato per oltre 30 anni, a partire dai primi anni’70, e che che ha vissuto tante difficili fasi del Giornale di Sicilia, comprese quelle in cui, tu sindaco eri in aperto contrasto col giornale. Il tempo ha sanato questa anomalia. Con il maggiore giornale della città di Palermo e Palazzo delle Aquile si è creato un rapporto formalmente corretto.

Oggi ci troviamo di fronte ad una realtà drammatica. Il Giornale di Sicilia, il maggiore giornale della tua città, vacilla, rischia di chiudere, taglia iniziative, servizi , redazioni, collaboratori. Potrebbe essere l’inizio di una fine, una fine che noi tutti ex ed attuali dipendenti del Gds non vogliamo. Una fine che la città non merita di vivere. Tu sei l’uomo che ha rimesso in piedi il Teatro Massimo ma sei anche il sindaco che ha visto crollare mostri sacri della sua città. Penso alla libreria Flaccovio, agli Spatafora, a Hugony, a Gulì, al crollo delle iniziative industriali in provincia, a Carini (Italtel) a Termini (Fiat), a Palermo Keller e Cantiere Navale, (oggi allo stremo). Per non parlare del Banco di Sicilia ucciso per trasferirne il capitale alla Banca di Roma e poi ad Unicredit?

Non resta moltissimo oggi della nostra cara Palermo Felicissima. Siamo penalizzati anche nel settore aereo dove l’Alitalia fa il bello e il cattivo tempo riservandoci sulle due direttrici principali , Fiumicino e Linate, voli non all’altezza del nome e della tradizione della compagnia e a prezzi esorbitanti. Perfino il calcio vacilla, avviato verso una ineludibile serie B, a meno di miracoli. La bandiera rosanero rischia di ammainarsi.

E però, ti dico che la perdita del giornale della tua città sarebbe la peggiore delle iatture. Gli on line e i blog hanno preso il sopravvento, ma il giornale, scritto e stampato resta un’altra cosa. È una voce che sta spegnendosi piano piano ed è la voce di Palermo che si spegne. Penso che di tutto questo, caro Sindaco, tu ti sia accorto e penso che non possa lasciare morire la voce di questo giornale, del giornale di Palermo e della Sicilia. Già è stato un errore imperdonabile lasciare che l’Ora morisse, non ripetiamolo. Un giornale che muore è un vulnus per la libertà di ognuno di noi. Non ti pare?

È il momento di rimboccarsi le maniche e di trovare vie di uscita all’altezza della tua capacità di governare . Ti chiedo il capolavoro della tua carriera di sindaco.

Un saluto

 

Natale Conti

Già caposervizio all’economia

del Giornale di Sicilia

Presidente del Gruppo giornalisti pensionati di Sicilia