Forum Terzo settore: “Saremo parti civili contro i criminali, va individuata la zona grigia”

Pippo Di Natale Forum del Terzo settore
  • Intervista a Pippo Di Natale, portavoce regionale del Forum del Terzo settore in Sicilia
  • In Sicilia l’Istat ha censito oltre 20mila enti di Terzo settore che danno lavoro a più di 40mila persone quindi è un mondo molto vasto. E però è un mondo che necessita di essere aiutato e sostenuto ma occorre che si faccia pulizia.
  • C’è un mondo che riguarda il servizio alle persone. Un mondo abbandonato dal pubblico
  • Il potere di controllo delle pubbliche amministrazioni non viene esercitato
  • In assenza di convenzioni con il pubblico l’associazione o la coop sfugge ai controlli ma siccome vengono erogati servizi, in questo caso c’è poco da fare e si commettono reati bell’e buoni e nulla vieta di fare dei controlli.
  • faccio appello al Presidente della regione Nello Musumeci e agli assessori regionali: va costituito un Osservatorio

“Tuteleremo il Terzo settore degli onesti. Ci costituiremo parte civile in tutti gli eventuali processi che si terranno contro sedicenti Onlus o associazioni truffaldine, che non rispettano le regole”. A parlare è Pippo Di Natale, portavoce regionale del Forum del Terzo settore che lancia in questa intervista una serie di proposte e chiarisce come provare difendersi dalle cosiddette cooperative spurie (coop che coop non sono affatto) e dalle cosiddette associazioni spurie (associazioni che servono solo a eludere il fisco e il sistema delle autorizzazioni) che operano nell’ambito dei servizi alla persona.

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“In un momento così difficile i soggetti più fragili sono a maggior rischio – dice Di Natale -. Ma quello che più dispiace è che molte associazioni che si ammantano di essere di Terzo settore speculano e tentano di guadagnare sulle fragilità altrui. E siccome questo va a nocumento degli onesti io credo che sia obbligo per il Forum del Terzo settore costituirsi parte civile negli eventuali processi che si svolgeranno e che ve imputate”.

Il che vuol dire che lo farete nel caso di cronaca recente, della casa di riposo lager scoperta a Palermo, e in futuro.

Esattamente. Ne va della serietà con la quale decine di migliaia di enti di Terzo settore della Sicilia svolgono onestamente il loro lavoro. In Sicilia l’Istat ha censito oltre 20mila enti di Terzo settore che danno lavoro a più di 40mila persone quindi è un mondo molto vasto. E però è un mondo che necessita di essere aiutato e sostenuto ma occorre che si faccia pulizia. E siamo ottimisti anche perché la  riforma che rende obbligatorio il registro unico di Terzo settore consentirà la più ampia pubblicità possibile su chi è iscritto.

Terzo settore: L’assenza dei controlli e il dilagare della zona grigia

Ma in questa fase che tipo di controlli vengono fatti?

Al momento chi costituisce un’associazione dopo l’iniziale momento delle carte non c’è alcun controllo. Con l’entrata in vigore del registro invece sarà possibile fare tutte le verifiche possibili per sapere con chi si ha da fare. Il registro dovrebbe diventare operativo il primo di aprile 2021 e quindi tutti coloro che vogliono iscriversi e vogliono essere considerati enti di Terzo settore devono iscriversi e presentare i documenti necessari. Nel buio tutti gatti sembrano neri e non è così e bisogna fare in modo che questo sia chiaro. C’è poi un altro aspetto

Ci dica.

Riguarda il potere di controllo che dalle pubbliche amministrazioni che non viene esercitato. C’è un mondo che riguarda il servizio alle persone. Un mondo abbandonato dal pubblico che deve ricorrere al privato e quando parliamo del privato parliamo di terzo settore. E ciò comporta che il Terzo settore sia una casa di vetro e quindi quando dicevo che ci costituiremo parte civile lo faccio perché temiamo che la gente possa pensare che le Onlus siano tutte uguali e invece non è così. Poi c’è ancora un altro aspetto è quello dell’esercizio da parte delle pubbliche amministrazioni (assessorato alla Famiglia, alla Sanità , Enti locali) di controllo su ciò che avviene.

Va bene, ma intanto chi vigila?

La vigilanza in questo momento è di quei soggetti con cui gli enti di Terzo settore hanno stipulato una convenzione: può essere l’assessorato regionale, il comune.  E poi siccome in alcune di queste strutture vengono fornite attività sanitarie è in capo all’assessorato alla Salute e io credo che gli assessorati e l’Anci debbano avviare una campagna di verifica e di controllo per capire se le strutture rispondono ai criteri previsti.

Va bene, ma se non c’è una convenzione, se l’associazione si rivolge direttamente ai privati e magari dice di essere un centro per disabili e invece è solo un’associazione socio-ricreativa che succede? Forse sfugge a qualsiasi controllo.

Certo sfugge ma siccome vengono erogati servizi, in questo caso c’è poco da fare e si commettono reati bell’e buoni e nulla vieta di fare dei controlli.  Dobbiamo lavorare perché secondo me più che i controlli è necessario obbligare alla trasparenza che pone alcuni limiti. La legge 117 pone anche un tetto alle retribuzioni perché noi abbiamo delle false cooperative e qui dovrebbe intervenire l’assessorato alle Attività produttive.

Cosa si può fare?

La sfida intanto è quella di chiedere al presidente della Regione e agli assessori di sedersi attorno a un tavolo e affrontare il problema. Perché le cooperative spurie danneggiano le cooperative o gli Enti che lavorano onestamente. Questa è una battaglia di civiltà. Allora ci sediamo e discutiamo. Ci viene in aiuto il codice del Terzo settore che può aiutare a far cresce gli onesti e mettere da parte i truffaldini. Bisogna riuscire a rintracciare queste cooperative spurie o associazioni spurie.

Ma come si fa: qui siamo in presenza di una vasta zona grigia che opera impunemente.

Gli elenchi ci sono perché noi abbiamo il registro delle associazioni di volontariato, il registro delle associazioni di promozione sociale e il registro delle cooperative. Poi l’Agenzia delle entrate ha il registro delle Onlus. Il caso dell’associazione finita sotto indagine: era iscritta al registro delle Onlus. Nel momento in cui si ottiene l’iscrizione nel registro delle Onlus alla fine nessuno andrà a controllare se sono veramente Onlus. Io credo che sia opportuno, e lo chiederemo anche agli assessorati alla Famiglia e Sanità, di costituire un Osservatorio che monitori, controlli e verifichi quello che succede.