Ikea, sciopero dei dipendenti a Catania: “I diritti non si smontano”

I dipendenti di Ikea a Catania hanno scioperato. «Lavoratori italiani, mobili svedesi, stipendi cinesi» recita uno striscione esposto durante lo sciopero  che segue quello organizzato sabato scorso a Firenze, Brescia, Napoli, Bologna e Genova (dove il punto vendita è stato addirittura chiuso per mancanza di addetti). I lavoratori di Ikea a Catania hanno incrociato le braccia per 10 ore. Ancora. “I diritti non si smontano”.

Dalle 8 alle 18 circa la metà dei 200 dipendenti di Catania ha protestato nel piazzale antistante il mall. Una mobilitazione straordinaria da parte di lavoratori dall’alto tasso di istruzione che, ci hanno confessato, non avevano mai fatto un giorno di sciopero. Una lapide a forma di pietra miliare commemorava il «compianto C.I.A.», ovvero il Contratto Integrativo Aziendale.

Da parte dell’Ikea, una nota diffusa nella quale si precisa la posizione dell’azienda. “Per Ikea i propri collaboratori sono la risorsa più importante. Da sempre ne rispetta i diritti e vuole continuare ad offrire loro condizioni di lavoro ed economiche migliori rispetto al mercato esterno. E questo è dimostrato dalla storia dei nostri 26 anni di presenza in Italia. La criticità perdurante dell’attuale contesto economico e concorrenziale ha spinto Ikea Italia a decidere di non rinnovare automaticamente il Contratto Integrativo Aziendale, di cui alcuni temi risalgono al 1993 e altri al 2000, con l’obiettivo di ridiscuterne i contenuti guidati, oggi come in passato, dai valori aziendali e ispirati a principi di equità sociale e corresponsabilità. Questa decisione si inserisce in un percorso di confronto iniziato insieme al Sindacato più di un anno fa – si legge nella nota – Ikea vuole arrivare a firmare un nuovo Contratto Integrativo aziendale che sia in linea con il nuovo contesto economico e sociale e assicuri basi solide allo sviluppo futuro della presenza di Ikea in Italia. Questo sforzo congiunto di revisione tra azienda e sindacati ha l’obiettivo di assicurare solidità ai posti di lavoro esistenti, aprire nuovi punti vendita e creare nuova occupazione. I contenuti dell’attuale Contratto Integrativo continueranno ad essere regolarmente applicati, vista la prosecuzione delle trattative, per le quali sono già state fissate le date dei due prossimi incontri. Ikea non vuole cancellare le maggiorazioni festive e domenicali, ma solo discutere su come renderle più eque per tutti (oggi alcune sono al 130% mentre altre al 30%) e su come ripartire meglio le presenze.  Ikea ha proposto di rivedere l’attuale sistema dei Premi (“Aziendale” e “di Partecipazione”) per armonizzarlo con quello del Gruppo IKEA, già attivo in molti altri Paesi in cui è presente, e che prevede che responsabili e collaboratori lavorino con gli stessi obiettivi. Questo sistema è già applicato ai manager e, negli ultimi due anni, ha raggiunto percentuali di pagamento più alte rispetto a quanto è stato pagato in passato”.