Le Regioni del Mezzogiorno siglano un patto per il lavoro pubblico

Un patto o meglio, come lo definiscono gli stessi sottoscrittori, un memorandum condiviso per un progetto di rilancio del lavoro pubblico nelle Regioni del Mezzogiorno. A condividerlo e siglarlo, oggi a Napoli, i governatori delle sei Regioni meridionali Campania, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia e Sicilia.

Ospiti di Vincenzo De Luca, che ha organizzato un incontro a Villa Pignatelli per presentare il piano lavoro della Campania, i presidenti Marcello Pittella, Mario Oliviero, Donato Toma, l’assessore al Lavoro della Puglia Sebastiano Leo in rappresentanza di Michele Emiliano e Nello Musumeci (Sicilia).

Le premesse del “memorandum” sono riassumibili in tre punti: l’insieme degli enti che esercitano funzioni pubbliche ed erogano servizi pubblici deve diventare elemento essenziale della capacità produttiva del nostro Paese e del Mezzogiorno in particolare; dalla qualità dell’azione posta in essere dalla PA dipende l’accessibilità ai diritti fondamentali e ai beni comuni; all’interno dell’organizzazione pubblica, il capitale umano rappresenta il fattore centrale cui è affidato il compito di trasformare in comportamenti i contenuti delle regole e degli atti che sono alla base dell’ordinamento giuridico.

“Il progetto illustrato da de Luca è assolutamente interessante, va confrontato e va applicato. A partire dal lavoro nel pubblico impiego per sostenere il lavoro privato. Le imprese hanno bisogno di una burocrazia agile e snella, preparata, sensibile, pronta a raccogliere le istanze del territorio – commenta il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci a margine della presentazione del Piano per il lavoro per il Sud – Oggi – riprende – questa esigenza si avverte maggiormente per un processo inesorabile di invecchiamento della burocrazia regionale e degli enti locali, i tempi dei burocrati non sono quelli delle imprese. Quindi, abbiamo bisogno di rinnovare la presenza negli uffici pubblici, sensibilizzare i dipendenti pubblici, far capire loro che l’immissione in servizio non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza e poi lavorare per ridare fiato alle imprese, perché la vera ricchezza non è la pubblica amministrazione, che in Sicilia è stata per tanti anni un ammortizzatore sociale, ma credo sostanzialmente in tutte le regioni del mezzogiorno. Ma la vera ricchezza arriva dalle imprese che devono essere messe in condizione di poter investire, lavorare, assumere e creare ricchezza”.