Lupo: “Fusione Ircac-Crias? Non è riforma, è solo uno spot”

Palermo zona rossa Giuseppe Lupo

“Il governo ha parlato per mesi della riforma dell’Esa ma nel ddl collegato non c’è, neppure fra gli emendamenti. Evidentemente si è deciso di avviare un disegno di legge autonomo, d’altronde si tratta di un tema delicato e complesso che riguarda un ente che può svolgere un ruolo significativo. Non si capisce però il motivo per il quale il governo ha usato due pesi e due misure: infatti il tema della riforma degli enti per il credito, altrettanto importante rispetto a quello dell’Esa, è stato inserito in un articolo del ddl ‘collegato’ prevedendo la fusione di ‘Ircac e Crias’. Si tratta di una norma incompleta, non si specifica la governance, si crea un nuovo ente che rischia di diventare un altro carrozzone”. Lo ha detto il capogruppo del PD Giuseppe Lupo, intervenendo a proposito del primo articolo del ddl collegato su Ircac e Crias, che è stato approvato dall’aula. “Avere approvato questo articolo è stato un errore – ha aggiunto Lupo subito dopo il voto – questa non è una riforma, è solo uno spot”.

“Le riforme hanno bisogno di contenuti, ai quali si può arrivare solo attraverso un confronto vero e nelle sedi opportune,  la fusione di Ircac e Crias  ridotta ad un articolo di legge è solo un salto nel buio che non tutela in alcune modo gli interessi dei due istituti ed ancor meno quelli dei siciliani”. Lo ha detto il parlamentare regionale Pd Franco De Domenico intervenendo in aula a proposito della proposta di accorpamento  di Ircac e Crias inserito nel testo ‘collegato’  ed approvata dal parlamento. “Nessun era  pregiudizialmente contrario alla fusione di due enti ‘fantasma’  – ha aggiunto – ma avremmo dovuto costruire un percorso che  attraverso un testo di legge specifico  riorganizzasse in maniera dettagliata governance, risorse e piano strategico,   creando un ente  forte finalmente in grado di  dare risposte alle esigenze vere di credito di tutte le imprese. In assenza di un percorso condiviso, oggi non abbiamo fatto l’interesse delle imprese siciliane, ma di chi  rappresenta solo una parte dei siciliani”.