Mafia: in carcere per omonimia, ora arrestato quello giusto

Per un caso di omonimia, un commerciante di pesce di Gela, Antonino Catania, di 63 anni, è rimasto in carcere, anche se per pochi giorni, perché ritenuto prestanome del boss gelese di cosa nostra, Salvatore Rinzivillo, nell’ambito delle inchieste antimafia unificate, “Extra Fines” e “Druso”. In realtà la persona ricercata era Emanuele Catania, di 69 anni, titolare di numerose aziende ittiche, parente di Antonino. L’errore di persona sarebbe avvenuto perchè entrambi sono commercianti di pesce e soprattutto perchè a Gela tutti e due vengono chiamati comunemente “Antonio”: il primo per l’abbreviazione del nome, il secondo perchè votato a Sant’Antonio.

L’arresto del vero ricercato è scattato stamane ad opera degli uomini della squadra mobile di Caltanissetta che con le “fiamme gialle” hanno sequestrato anche le sue aziende.
L’ordinanza di custodia cautelare eseguita si inquadra nell’ambito dell’operazione congiunta di polizia e guardia di finanza, che il 4 ottobre scorso portò all’arresto di 36 persone per traffici illeciti tra Roma e il Lazio, la Sicilia, la Calabria, il Marocco e la Germania, che portarono alle accuse, a vario titolo,di associazione di stampo mafioso, estorsione e detenzione illegale di armi, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, intestazione fittizia di società e traffici di droga.