Marco Crispo, promessa siciliana per la grande direzione d’orchestra

La Norvegia non è il primo posto in cui un musicista siciliano penserebbe di formarsi come direttore d’orchestra. Lo ha fatto nel 2015 Marco Crispo, trentenne nativo di Ragusa, cresciuto a Catania, che oggi vede premiato il suo talento con un’ammissione pressoché unica.

Quattro anni dopo aver insegnato chitarra nelle scuole di Catania, Bronte e Caltagirone, Marco Crispo vanta d’aver diretto con altri tre  finalisti l’orchestra Sinfonica di Stavanger – tra le più importanti della nazione norvegese – ed essere l’unico non-norvegese ammesso al “Dirigentforum”, un programma di perfezionamento riservato ai giovani talenti norvegesi, un corso di studio assolutamente esclusivo che permette di seguire master class con orchestre professionali e direttori internazionali, al fine di affrontare la direzione ai massimi livelli. Alla musica, Marco Crispo sembra destinato, nato il 10 ottobre come il grande Giuseppe Verdi, i primi strumenti strimpellati a 2 anni d’età, la chitarra elettrica e il jazz nell’adolescenza. L’altro appuntamento col destino è però ad Oslo, in Norvegia, da dove oggi muove verso altri traguardi.

DA CATANIA A OSLO IN CERCA DEL SUO “MAESTRO”

La formazione musicale del neo-direttore è puramente italiana, con insegnanti scelti uno ad uno dopo il diploma scientifico, nel 2007. Diplomatosi in chitarra classica col massimo dei voti presso il conservatorio A. Corelli di Messina, e al contempo studente in composizione presso l’Accademia Pianistica “Incontri col maestro” di Imola sotto la guida del M° Marco Di Bari fino al 2012, ha poi  intrapreso lo studio della direzione d’orchestra dal 2013 con i maestri Donato Renzetti e Dario Lucantoni presso l’Accademia Musicale Pescarese, diplomandosi tre anni dopo. Infine, la musicologia a Venezia e Padova.

D: Perché la direzione d’orchestra e come è arrivato a Oslo?

“Dirigere ti obbliga ad essere responsabile per te e per tanti altri professionisti. È un privilegio  ricevere fiducia, un obbligo non tradire la fiducia ricevuta. Mi piace che per dirigere occorra comprendere il contesto del brano, lo spirito, l’estetica, la forma, ma anche la relazione che s’instaura pian piano tra te e la composizione in oggetto. La direzione è basata sulla comunicazione tanto verso i colleghi in orchestra quanto verso il pubblico e l’amministrazione artistica; pensando al teatro d’opera o alla musica più recente, può inoltre essere molto interdisciplinare, con elementi di teatro, letteratura, storia, arte visiva, fonetica, linguistica, scienza, ricerca, psicologia. Direzione significa divulgazione della cultura, scoperta. Tra le professioni musicali è tra quelle con più possibilità concrete di fare qualcosa di politico – nel senso nobile del termine – per la società, attraverso l’arte. Richiede spirito di sacrificio in favore di altri; è e dev’essere un mestiere di generosità. Oslo è invece il frutto di più casualità. Essendo l’area scandinava tra le più accreditate del settore, avevo pensato di fare domanda in 3 dei sui paesi, e in Finlandia. Ad Oslo ho avuto la prima audizione e, quando ho dovuto affrontare una simulazione di lezione, ho capito subito che l’insegnante dinanzi a me era il maestro che volevo. Dato che sono stato scelto, non ho più fatto audizioni! Dall’agosto 2015 ho quindi studiato nel Bachelor in Direzione d’orchestra presso la Norges musikkhøgskole di Oslo sotto la guida di Ole Kristian Ruud”.

D: Come le è stato possibile entrare nel novero di un progetto fin qui riservato solo ai musicisti norvegesi?
“La frequenza del Norges musikkhøgskole di Oslo mi ha equiparato a uno studente norvegese, quindi ho potuto concorrere al Dirigentforum del Progetto Opptakt, in avvio il prossimo agosto o settembre, grazie al quale resterò in contatto con la Norvegia mentre comincio in Danimarca la specialistica “advanced postgraduated solista programme”.

SEMPRE IN VIAGGIO PER TROVARE IL PROPRIO POSTO NEL MONDO

D: Che differenze, tra l’Italia e la Norvegia, per la direzione?

“È molto diverso. Anziché venire dopo lo strumento e la composizione, in Norvegia e in tutta l’area scandinava gli studi in direzione d’orchestra possono essere intrapresi subito”.

D: E tra le varie parti d’Italia?

“Non per i docenti. Ovunque ho parlato di contrappunto non ho potuto fare a meno di portare con orgoglio il nome del mio insegnante Enrico Dibennardo. Ad oggi lui rimane per me il più preparato che abbia mai incontrato in qualsivoglia nazione e mi spiace non sia conosciuto quanto merita su raggio europeo. Non nascondo che invece, quando vedevo i miei colleghi, magari suonare in splendidi festival di altre regioni, mi chiedevo: chissà come sarebbe stato nascere lì? Il problema peggiore è non capire le meccaniche di accesso agli eventi. Qui in Norvegia spesso è molto chiaro: fai domanda, fai l’audizione e, se va bene, suoni.  Mi piacerebbe poter un giorno dirigere nel teatro della mia città, ma non nascondo che non saprei davvero da dove cominciare. Non sarebbe bello che l’orchestra scegliesse i suoi direttori d’orchestra?”