Messina, l’Istituto Marino di Mortelle centro di eccellenza per l’infanzia

L’Istituto Marino di Mortelle finalmente sarà quello che Giuseppe Bosurgi ed Adriana Caneva avrebbero voluto che fosse quando donarono la struttura al Comune di Messina. La condizione che avevano posto allora era quella che il bene fosse destinato a finalità socio-assistenziali rivolte all’infanzia, in particolare ai bambini più sfortunati, abbandonati, con problemi economici e di salute.

Lo stabile dell’ex Opera Pia, costruito nel 1918 in un suggestivo sito, tra i laghi di Ganzirri e il Tirreno, per assistere orfani di guerra bisognosi di cure, diventerà così un centro di eccellenza polifunzionale dedicato all’infanzia, a carattere socio-riabilitativo per le neuro-fragilità, che integrerà laboratori di ricerca e servizi per l’accoglienza e il turismo sociale, ma anche interventi assistiti che utilizzano la particolare propensione di alcuni animali nell’interazione.

Si stima in Italia che un bambino su 100 nati, potrebbe soffrire di patologie legate all’autismo, è un problema sociale quindi che coinvolge non solo le famiglie ma l’intera comunità. Nel 2014 era stato dato in uso all’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti “Eduardo Caianiello”(Isasi) del Cnr uno dei padiglioni, da allora destinato alla ricerca applicata alla gestione dello spettro autistico nell’infanzia, già operativo con gli homelab e fruito da circa 20 famiglie.

“Il Cnr da sempre svolge un ruolo determinante- dice Massimo Inguscio, presidente del Consiglio nazionale del Centro di ricerca- in grado di aggregare e far crescere il tessuto sociale, produttivo e istituzionale del Paese. Considerando il valore aggiunto della nuova struttura nell’affrontare la sfida della tutela della salute dei bambini più fragili, il Cnr mette a disposizione le proprie competenze e tecnologie di ricerca per far diventare questo centro, unico nel centro-sud Italia, un polo di eccellenza a livello internazionale”.

La mancanza nel centro-sud Italia di servizi integrati in grado di fornire a minori assistenza, ricerca ed inclusione sociale, con tecnologie e metodologie allo stato dell’arte, è poco nota ma rappresenta un grave problema per quelle famiglie i cui bambini sono fragili a causa di patologie invalidanti del neuro-sviluppo, quali l’autismo.

L’accordo di programma, che prevede anche un Comitato di vigilanza di cui fa parte anche la prefettura e coinvolge oltre il Cnr, il Comune di Messina e l’Istituto Irccs Neurolesi Bonino Pulejo, rappresenta una prima risposta a questa esigenza che nel territorio di Messina è particolarmente rilevante, sancendo la nascita all’Istituto Marino, intitolato ai coniugi “Bosurgi – Caneva”, di una struttura complessa e integrata dalla suggestiva denominazione di Bio-Parco delle intelligenze e delle neuro-fragilità.

Il Comune svolgerà un ruolo di governo degli interventi e dei servizi sociali offerti dal Bio-Parco facilitandone l’accesso e promuoverà eventi mirati a facilitare ed orientare le famiglie in condizioni di fragilità. Il Cnr, con l’articolazione territoriale di Messina Cnr-Isasi, si occuperà di attività di ricerca e coordinamento tecnico-scientifico nell’ambito delle nuove tecnologie di valutazione e neuro-riabilitazione. L’Irccs Centro Neurolesi “Bonino Pulejo” gestirà nello specifico le attività assistenziali, di ricerca sanitaria e di coordinamento clinico. Contenti di accogliere questa nuova sfida sono il direttore scientifico Dino Bramanti e il direttore generale Angelo Aliquò. La soddisfazione più grande però è quella del sindaco Renato Accorinti, che ha anche incassato i particolari apprezzamenti che gli ha dedicato il Sottosegretario alla Salute Davide Faraone.

“Dopo anni di degrado, che hanno visto impropri utilizzi negli anni ’50, con un ospizio per anziani ed una colonia estiva per bambini “a pagamento”, si è determinata poi una progressiva inagibilità dei locali che, considerata la mancata realizzazione di  interventi di ristrutturazione e manutenzione, hanno svilito l’utilizzo con attività incoerenti con il mandato originario. Negli anni ’90 e nei primi anni del 2000 – ha proseguito il sindaco – ancora un uso difforme anche con l’occupazione di parte di locali per uffici amministrativi.” Si parlò anche di associazioni e cooperative che utilizzavano i locali per organizzare feste di compleanno, lucrando su un plesso destinato a fini sociali. Una situazione che nel 2013 aveva provocato le dure prese di posizioni prima degli eredi dei Bosurgi- Caneva ma anche dell’’ex assessore Patrizia Panarello, anche nei confronti del Comitato etico che dal 2011 gestiva l’Istituto su mandato dell’Amministrazione del tempo.“Bisogna ridare dignità ad un bene importante per la città, bisogna ristrutturarlo e fare un bando di evidenza pubblica. Chiunque potrà presentare un progetto e illustrare la propria idea di gestione partecipata”.

Una dignità ritrovata quindi dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione, a dieci anni dall’avvio, e con un progetto che guarda al futuro, riannodando le fila con un passato illuminato. “È stato fatto un buon lavoro di squadra, ha sottolineato il sindaco- scevri da condizionamenti e da logiche di facile consenso politico..”