Messina, sequestro da 4 milioni ad ex amministratori Tirrenoambiente

I finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito  un sequestro di beni del valore di oltre 4 milioni di euro nei confronti degli ex vertici della Tirrenoambiente S.p.a. (C.F – ex presidente del Consiglio di amministrazione, I.G – ex Amministratore Delegato, A.G. – ex amministratore Delegato e N.L.D.R.C. – ex membro del Consiglio di amministrazione).

Il provvedimento, eseguito in data odierna a conclusione di una complessa indagine diretta dalla locale Procura della Repubblica, è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina, Simona Finocchiaro e riguarda ipotesi di reato di emissione/utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e peculato.

Le indagini hanno presso le mosse da una verifica fiscale eseguita dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Messina nei confronti della società per azioni a partecipazione pubblica con capitale misto Tirrenoambiente S.p.A., incaricata della gestione della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea.

Al termine degli accertamenti è stato rilevato che, nel periodo 2011 – 2013, le casse della società sono state svuotate mediante un complesso sistema di false fatturazioni e che parte del denaro illecitamente fuoriuscito è  rientrato nelle tasche degli ex vertici dell’azienda attraverso società in cui gli stessi rivestivano importanti cariche sociali. Più in particolare grazie all’attività di verifica fiscale è stato riscontrato che la Tirrenoambiente S.p.a. ha fatto ricorso, sistematicamente, all’affidamento diretto di lavori, servizi e forniture rivolgendosi o ad aziende che facevano parte della componente privata1 della società o ad imprese comunque compiacenti le quali hanno provveduto ad emettere fatture per operazioni inesistenti per oltre 3 milioni di euro.

Tra le operazioni falsamente documentate sono stati rilevati servizi di supervisione e di controllo della gestione o attività di consulenza che non sono risultati comprovati da nessun documento che attesti l’effettuazione dell’incarico, ad esempio: corrispondenza informativa, verbali di sopralluoghi, atti di controllo e verifica, rapporti o relazioni tecniche.
Con riferimento poi, ad alcuni servizi di fornitura della discarica è stato accertato l’affidamento diretto da parte della Tirrenoambiente S.p.a., in violazione delle norme sull’evidenza pubblica e con l’applicazione di percentuali di ricarico sulla fornitura di materiali e la prestazione di servizi fuori da ogni logica commerciale.

Il sistema sinteticamente descritto ha consentito, da un lato, alla Tirrenoambiente S.p.a. di abbattere i costi di gestione attraverso la contabilizzazione nelle dichiarazioni Iva e II.DD. delle citate fatture e, dall’altro, alle società emittenti di accaparrrare illecitamente denaro pubblico.

Al termine delle indagini sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria 8 persone, di cui:  2 rappresentanti legali della Tirrenoambiente S.p.A. che si sono succeduti nel tempo per il reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; 6 rappresentanti legali delle società incaricate di svolgere le prestazioni per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti;
 sono state contestate specifiche ipotesi di peculato per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro nei confronti di tre soggetti che hanno ricoperto contemporaneamente la carica di membri del C.d.A. della società a partecipazione pubblica da cui hanno distratto somme di denaro; rappresentanti legali delle società emittenti le fatture false attraverso le quali sono state distratte le somme in argomento.

L’operazione testimonia l’impegno della Guardia di Finanza a tutela della sicurezza economica e finanziaria ed in particolare nel contrasto agli sprechi, soprattutto nell’ambito della Pubblica Amministrazione.