Mistretta, il comune dove la legge non si applica ma si interpreta

C’è un Comune, in Sicilia, dove a quanto si è capito la legge non si applica ma si interpreta. Il Comune è Mistretta, centro di grandi tradizioni storiche e culturali, con un passato di economia florida e un’aspirazione da piccola capitale dei Nebrodi. Oggi palesemente in decadenza sul piano economico.

In questo Comune qualche giorno fa il consiglio comunale ha bocciato il bilancio di previsione per il 2016 e dunque, così come prevede la legge regionale supportata dal parere del consiglio di giustizia amministrativa, tutto faceva supporre che il Comune sarebbe andato al voto a giugno. E invece no. Non sarà così perché, a causa di un’interpretazione data dal direttore generale del dipartimento delle Autonomie locali della Regione siciliana Giuseppe Morale, il Comune non sarà inserito nell’elenco degli enti locali che potranno andare a votare a giugno prossimo. Voi vi chiederete: perché? Perché, questa sarebbe la tesi del rappresentante della Regione siciliana, non vi sarebbero le condizioni previste dalla legge: in pratica il consiglio comunale non ha approvato un bilancio regolarmente esitato dalla giunta guidata dal sindaco Liborio Porracciolo, già esaminato da un commissario regionale che lo aveva inviato al consiglio e aveva diffidato il consiglio comunale stesso, di cui è presidente Felice Testagrossa, ad approvarlo.

Ma questo commissario, si è capito, non è quello giusto perché nel frattempo è andato via e il suo successore dopo un giorno dall’insediamento ha chiesto al consiglio comunale per lettera la restituzione del bilancio. E dunque, questa sarebbe la tesi di Morale, la diffida fatta dal primo commissario sarebbe venuta a cadere e il bilancio deve tornare nelle mani del commissario che a sua volta lo deve ritrasmettere al consiglio comunale. Questione che i consiglieri di Sosteniamo Mistretta, che hanno la maggioranza in consiglio ma sono all’opposizione, non riescono affatto a comprendere né sul piano pratico né, come dicono gli avvocati bravi, in punta di diritto.

La domanda che si fanno loro e per la verità numerosi cittadini è: può una lettera del commissario revocare una diffida che in diritto amministrativo ha una connotazione ben precisa? Si attende, sul punto, una risposta formale da parte del dipartimento alle Autonomie locali che, di certo, non potrà non motivare la scelta di non inserire Mistretta nell’elenco dei Comuni destinati al voto. E’ possibile poi che il dipartimento debba adeguatamente motivare questa scelta di fronte ai magistrati sia del fronte penale che del fronte contabile: i consiglieri hanno già preannunciato esposti sia alla Procura della Repubblica che alla Corte dei Conti.

Oltre alla segnalazione che stanno per fare al programma televisivo Le Iene, di solito molto interessato alle spesso paradossali vicende siciliane. Anche perché, sostengono i consiglieri mistrettesi, il bilancio non “è approvabile e dunque una volta concluso l’iter, a meno di un miracolo contabile, non potremo fare altro che bocciarlo”. A quel punto non si potrà fare altro che aspettare il prossimo turno elettorale e magari, sempre che vi siano le condizioni ovviamente, la Regione sarà costretta a nominare un commissario con un palese aggravio di costi per le casse pubbliche.