Partite Iva, nuovi diritti: dalla maternità ai compensi, ecco cosa cambia

Partite Iva, nuovi diritti.  Il nuovo statuto dei lavori prevede la possibilità di continuare a lavorare per chi aspetta un bimbo. Misure contro la povertà, la figura del tutor per ridurre il tasso di abbandono scolastico. Arrivano delle norme a favore dei lavoratori meno tutelati: basta ai ritardi nei pagamenti e ai contributi, se malati per più di due mesi.  Possibilità di dedurre tutte le spese di formazione fino a 12mila euro.  Sono alcune delle novità contenute in un disegno di legge che introduce o rafforza una serie di tutele per le Partite Iva.

A Palazzo Chigi si lavora per approvare il ddl sui diritti dei lavoratori autonomi giovedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Le norme dovrebbero ottenere l’ok del governo insieme ad un altro testo per il riordino degli strumenti a sostegno dei più poveri. I due disegni di legge, collegati alla legge di Stabilità, dovrebbero avere una corsia preferenziale in Parlamento. Il Corriere della Sera in un articolo a firma di Enrico Marro indica così le principali novità per Partite Iva individuali e iscritti alla gestione separata dell’Inps (collaboratori):

Questi lavoratori potranno dedurre tutte le spese di formazione dall’imponibile fino a 10 mila euro l’anno. Che scendono a 5 mila per le spese per certificazioni professionali. L’assegno di maternità per 5 mesi non sarà più vincolato alla sospensione dell’attività lavorativa, ma verrà erogato anche se la lavoratrice autonoma, come spesso accade, deve continuare a far fronte agli impegni presi. Inoltre, in caso di malattia grave, comprese quelle oncologiche, si potrà sospendere il pagamento dei contributi sociali fino a un massimo di due anni (recuperando poi con pagamenti rateizzati). Infine, ci saranno norme di tutela contrattuale per impedire clausole vessatorie (per esempio, modifiche unilaterali di quanto pattuito) e ritardi nei pagamenti da parte dei committenti. Dovrebbe esserci anche un capitolo sullo smartworking, quello svolto senza postazione fissa. Il lavoratore dovrà ricevere un trattamento economico non inferiore a quello dei lavoratori dipendenti della stessa azienda, «a parità di mansioni svolte», e avrà diritto all’assicurazione sugli infortuni.

Più nel dettaglio, in caso della malattia superiore ai 60 giorni verrà sospeso il versamento dei contributi con un limite di due anni. Spiega ancora il Corriere della Sera:

In caso di malattia di lunghezza superiore ai 60 giorni, il versamento dei contributi previdenziali viene sospeso per l’intera durata del periodo di malattia. Ciò può avvenire per un arco di tempo massimo di due anni. Quando il lavoratore autonomo riprenderà la sua attività potrà saldare a rate il debito previdenziale. I versamenti potranno essere «diluiti» in rate mensili nell’arco di un periodo pari a tre volte quello di sospensione dell’attività lavorativa.

Le lavoratrici, invece, potranno non interrompere la loto attività durante la maternità:

Le lavoratrici iscritte alla gestione separata Inps hanno già diritto a cinque mesi di maternità pagati all’80% in funzione dei loro redditi medi. Queste lavoratrici però – a differenza di quanto avviene per artigiane e commercianti – sono tenute a non lavorare durante la maternità. Ciò mette a rischio le loro attività. Il disegno di legge toglie questo obbligo e permetterà di non interrompere del tutto il lavoro.