Piccione: “Segretario Pd non può essere deciso da Micciché e Cardinale” -VIDEO

Entra nel vivo la corsa per le primarie del Partito Democratico siciliano. La candidata alla segreteria regionale, Teresa Piccione, espressione dell’area che a Roma fa riferimento a Nicola Zingaretti, durante la conferenza stampa di presentazione della sua candidatura alle primarie del 16 dicembre all’Istituto Gramsci di Palermo, attacca i renziani e in particolare l’altro candidato, Davide Faraone. A sostegno della Piccione erano presenti il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo, il deputato regionale Antonello Cracolici, l’ex deputato messinese Filippo Panarello, il sindaco di Pollina Magda Culotta. 

Per l’ex deputata dem non è “accettabile che il segretario del mio partito possa essere deciso in una riunione dove è presente il segretario di Sicilia Futura che è un altro partito, come non si può conciliare l’idea che ad una manifestazione di partito venga invitato Gianfranco Micciché”. 

“Bisogna ritrovare l’identità del Partito Democratico – prosegue la Piccione che non risparmia critiche all’area Renzi sul tema del rinvio dei congressi provinciali sul quale lunedì si dovrà esprimere la commissione di garanzia -. I circoli sono importanti perché devono anche loro discutere piattaforme, idee, programmi dei candidati alla segreteria regionale e all’ultima Direzione era stato deciso che gli iscritti da utilizzare fossero quelli del 2016 perché certificati dalle commissioni di garanzia. Non si capisce adesso perché questi iscritti adesso sono ostacolo alla celebrazione dei soli congressi provinciali. Delle due l’una: o questi iscritti vanno bene per tutti, anche per quello regionale e provinciale, oppure non vanno bene per nessun tipo di Congresso. Non si può sostenere la tesi che vadano bene per una cosa e non per l’altra”.

Per la Piccione occorre un campo largo del centrosinistra per fermare la destra e i populisti. “Abbiamo una destra cattiva che pensavamo fosse estinta, movimenti populisti e qualunquisti che promettono la luna, che per stare insieme hanno bisogno del ‘nemico’, l’immigrato, la Casta, per generare rabbia e invidia sociale. Questi sentimenti non aiutano la convivenza e la pace in Italia. Per questo è fondamentale ricostruire il campo del Partito Democratico. Non bisogna andare oltre il Pd ma bisogna andare alle ragioni fondative del Pd. Dobbiamo tornare ad essere il punto di riferimento di una larga alleanza di centrosinistra, un motore di spazio di discussione e confronto del Paese. Temo però che il destino del partito possa coincidere persino con il destino della democrazia in Italia considerando anche che la Sicilia dal punto di vista politico non un’isola ma è stata determinante anche a livello nazionale dando consensi plebiscitari ai populisti e dunque occorre che il Pd trovi ragioni e proposte per dare ai cittadini una nuova stagione di riforme per il rilancio dello sviluppo siciliano”.