Rifiuti in Sicilia, un film già visto: la gestione degli appalti in deroga

Ne parla e ne ha parlato, quantomeno in privato, non facendo mistero di cercare strade alternatrive per alleggerire il peso sulle discariche.  Ma soprattutto, almeno così dice, uscire dall’emergenza. Rosario Crocetta non ha dubbi: bisogna puntare sull’intertizzazione dei rifiuti ma gli addetti ai lavori e qualche tecnico considerano strada impercorribile alle condizioni date in Sicilia,  è dunque l’ultima  idea.

In attesa che si concretizzi però Crocetta, che è pur sempre commissario per l’emergenza, con l’ordinanza 2/RIF del 2 febbraio di quest’anno è intervenuto ancora una volta pesantemente nel sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti soldi urbani: i comma 8 e 9 dell’articolo 1 dell’ordinanza prevedono che in deroga all’articolo 15 della legge regionale 9/2010 il servizio di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti sia affidato per un periodo indefinito esclusivamente mediante il ricorso al sistema in house providing, ovvero a società che dovranno essere costituite da commissari nominati dal presidente della Regione con le modalità previste sempre nell’ordinanza citata.  In pratica si prevede che in Sicilia nascano nuove società pubbliche che si andrebbero a sommare a quelle esistenti (27 Ato in liquidazione e 18 Srr). E ciò nonostante vi sia una circolare del ministero per l’Ambiente e la tutela del territorio datata 22 aprile 2016 in cui viene espressamente previsto che lo “strumento delle ordinanze non può essere utilizzato per disporre in modo automatico, sistematico e reiterato la proroga degli affidamenti dei servizi pubblici”.

Sul tema di quella che qualcuno ha già definito la normalizzazione dell’emergenza si cominciano a registrare anche pronunce dei magistrati amministrativi.  Il Tar di Palermo, accogliendo il ricorso presentato dall’Ato Ambiente Cl2  ha ritenuto che “il ricorso in esame appare assistito da apprezzabili elementi di fondatezza, in relazione alla censurata stabilizzazione, ed alla trasformazione in ordinario strumento di gestione amministrativa, di tipologie provvedimentali emergenziali, come tali legittimate, nella specie ex articolo 191 dlgs 152/2006, solo da reali situazioni di emergenza che siano altresì non imputabili all’autorità amministrativa istituzionalmente preposta all’opposta finalità di superare la fase della cosiddetta amministrazione dell’emergenza”.

Ma c’è un altro punto rilevante che emerge sempre dall’ordinanza del 2 febbraio: è prevista la deroga all’articolo 15 della legge regionale 9 del 2010 che dispone l’obbligo di individuare il gestore dopo la gara pubblica curata dall’Urega.  In occasione della presentazione dell’ordinanza è stato detto (non senza enfasi) che il dipartimento Rifiuti si sostituirà alle Srr e bandirà direttamente le gare d’appalto per gli impianti di trattamento dei rifiuti avendo disponibili, ha detto in quell’occasione il direttore generale Maurizio Pirillo, “154 milioni stanziati nel Patto per il Sud e altri 20 milioni recuperati dal Po-Fesr”. Ed è forse da qui che Crocetta vuole prendere le risorse da destinare agli impianti di inertizzazione.  In ogni caso si tratta di una bella somma da spendere proprio nel cuore del semestre bianco, ovvero nel periodo che cade prima delle elezioni regionali. Si vedrà quale criterio sarà applicato per la gestione delle gare. Anche alla luce delle bacchettate arrivate dalla Commissione ecomafia presieduta da Alessandro Bratti che nella relazione approvata l’anno scorso ha puntato l’indice contro l’uso di procedure derogatorie emergenziali visto che in Sicilia grazie all’emergenza del 2013 sono state fatte gare “per oltre cento milioni, in deroga all’obbligo di farle celebrare all?Urega come disposto dall’articolo 9 della legge regionale 9 del 2011 – che non compare tra le norme derogabili dal commissario delegato – e sono bstate aggiudicate da commissioni composte anche da soggetti estranei alla pubblica amministrazione. Va dato altresì atto – si legge ancora nella relazione – che tra le imprese che si sono aggiudicate i lavori della gara in deroga per Bellolampo, indetta nel 2013, vi è anche la Sogeri spa le cui quote sociali sono state sequestrate nell’ambito  dell’operazione “Mafia capitale” anche per la gara di Bellolampo”.