Catania, l’associazione antimafia Rita Atria denuncia il sottosegretario Candiani

L’associazione antimafia Rita Atria denuncia il sottosegretario all’Interno della Lega, Stefano Candiani, e l’assessore del Carroccio a Catania, Fabio Cantarella, per istigazione all’odio razziale. I due sono stati messi sotto accusa per una diretta postata su Facebook il 6 luglio, in cui i due esponenti del partito di Matteo Salvini mostrano una via di San Berillo, quartiere multietnico di Catania. “San Berillo è in mano agli immigrati clandestini”. “Ci sono solo immigrati clandestini dediti allo spaccio e altre forme di illegalità”. “E’ un esempio di (dis)integrazione”, sono alcune delle affermazioni di Cantarella e Candiani.

Secondo l’associazione, rappresentata dall’avvocato Goffredo D’Antona, le frasi avrebbero istigato l’odio razziale. C’è “l’intento di generare negli spettatori – si legge nella denuncia – almeno in quelli più sprovveduti, un clima di paura che ha come protagonista il migrante. Emblematico è l’inizio del video dove viene inquadrato un soggetto fermo, forse seduto, che viene additato come extracomunitario ubriaco”. Sono state denunciate anche 8 persone che hanno commentato il video su Facebook con frasi, in alcuni casi irripetibili.

Per Tony Rizzotto, deputato leghista all’Assemblea Regionale Siciliana, “accusare il senatore Stefano Candiani e l’Assessore al Comune di Catania Fabio Cantarella di istigazione all’odio razziale può avvenire solo se si ignora la storia dei due esponenti della Lega o se si è in cerca di una facile pubblicità mediatica. La storia e l’impegno del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Candiani dimostra come sia sempre stato per la legalità e la difesa della sicurezza dei cittadini, quale che fosse il contesto e quale che fosse la religione o l’etnia delle persone coinvolte. La risibile accusa mossa da una associazione antimafia suona probabilmente  come il tentativo di impedire a due esponenti politici di primo piano di raccontare i fatti in modo chiaro e oggettivo, con riferimento ad un territorio oggetto di  attività illegali come  spaccio di droga o prostituzione. Forse è proprio questo a dare fastidio, che finalmente qualcuno dica le cose come stanno senza giri di parole”.