Rosario Salvatore Aitala, il giudice catanese che ha indagato su Putin. Mosca lo vuole arrestare

Prima accusato, ora ufficialmente braccato dalla giustizia russa: Mosca si vendica del mandato di arresto internazionale spiccato contro il suo presidente Vladimir Putin inserendo nella lista dei ricercati Rosario Salvatore Aitalail giudice italiano della Corte penale internazionale che quel mandato lo ha emesso per le accuse contro il capo del Cremlino di crimini di guerra.

«Rosario Salvatore Aitala è ricercato ai sensi di un articolo del codice penale», si legge nella voce del database delle persone ricercate del ministero dell’Interno russo, senza che vi siano specificate le accuse a suo carico. A maggio, il comitato investigativo russo aveva presentato accuse contro Aitala ai sensi degli articoli del codice penale russo che riguardano la “detenzione illegale di una persona» e «il complotto per attaccare un funzionario governativo straniero che detiene lo status di persona protetta a livello internazionale».

L’inserimento del nome di Aitala nella lista dei ricercati è l’ultimo capitolo di una battaglia legale iniziato il 17 marzo, quando la Cpi – la cui giurisdizione non è riconosciuta dalla Russia – spiccò il clamoroso mandato di arresto nei confronti del presidente Putin e della commissaria russa per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova con l’accusa di deportazione illegale di bambini ucraini. Tre giorni dopo, il comitato investigativo russo ha aperto un procedimento penale contro il procuratore e i giudici della Cpi. Ex funzionario di polizia di 54 anni, Aitala è originario di Catania e insegna Diritto internazionale alla Luiss. Alla Corte penale internazionale è approdato in qualità di giudice nel 2018.

Aitala ha studiato giurisprudenza all’Università degli Studi di Catania dal 1986 al 1991. Dopo essersi laureato nel 1994 e dopo essersi ulteriormente formato alla Corte d’appello di Catania, ha conseguito l’abilitazione alla professione di giudice. Ha inoltre lavorato come alto ufficiale alla questura di Pavia fino al 1997, dove ha svolto anche l’attività di docente di criminologia.

Nel 1995 passa alla questura di Milano, assumendo, nello stesso anno, anche la cattedra di criminologia alla scuola superiore di polizia. Nel febbraio 1997 diventa giudice alla Corte d’appello di Milano, specializzandosi nel perseguimento dei reati di corruzione e mafia e nella tutela delle vittime. Nel novembre 1998 diventa procuratore presso la Procura della Repubblica di Trapani, dove si dedica alla lotta alla mafia.

Nel 2002 ha conseguito la specializzazione in Tutela Internazionale dei Diritti Umani presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Infine, dal 2003 al 2007 è stato Direttore del Law Enforcement Department della PAMECA, una commissione di polizia dell’Unione europea a supporto della polizia in Albania. Nel 2007 è tornato a insegnare in Italia ed è diventato consigliere del Ministero degli Affari Esteri italiano; nel 2010 è diventato Consigliere Capo del Ministro degli Affari Esteri, in particolare su questioni relative alla criminalità organizzata e al terrorismo internazionale.

Nel 2013 è diventato capo consigliere del Presidente del Senato Pietro Grasso. Dal 2018 è giudice della Corte Penale Internazionale. In tale veste, nel marzo 2023, ha spiccato un mandato di cattura nei confronti del presidente della Federazione russa Vladimir Putin. A sua volta, il comitato investigativo della Federazione russa ha incriminato Aitala in contumacia, insieme al procuratore Khan Karim, anch’egli della Corte penale internazionale dell’Aia.

dalla Gazzetta del Sud