Ryanair affossa l’aeroporto di Trapani. Tagliate sette rotte

Per l’aeroporto di Trapani sarà un inverno molto lungo. Ci saranno giorni in cui il primo volo del giorno sarà…dopo le 14. 

 Ryanair ha deciso di interrompere molti voli da e per Trapani fino alla primavera del 2018.Per il territorio è un vero e proprio massacro, perchè di fatto rimane operativo pienamente solo il collegamento con Milano Bergamo. Cosa c’è dietro questa scelta? Ufficialmente tutto si inquadra nel problema generale che Ryanair sta avendo per fare smaltire le ferie arretrate dei piloti. Ma ormai in pochi ci credono: perché non si è mai vista una multinazionale essere messa in ginocchio dalle ferie di alcuni suoi dipendenti. E allora? In realtà, Ryanair è stata messa in ginocchio dal suo essere ormai monopolista del traffico aereo in molte zone d’Europa, non solo a Trapani. Per risparmiare sul costo dei biglietti, quel low – cost che ai viaggiatori piace tanto, ha tagliato drasticamente il costo del lavoro, con contratti molto singolari. E quindi, ad un certo punto, questa cosa gli si è ritorta contro. Non è solo una questione di ferie arretrate da smaltire, in realtà molti piloti sono in malattia e, soprattutto, c’è una grande fuga da Ryanair. Come spiega una fonte interna: “i piloti che lavorano con Ryanair lo fanno solo per un motivo: acquisire ore di volo in modo da poter passare ad altre compagnie”. Ed è quello che sta succedendo in questi giorni, con la compagnia irlandese che non riesce a venirne a capo.

 

Bene. Ma perchè tra i voli tagliati si sceglie Trapani con ben sette linee aeree tagliate su otto in Sicilia? Anche lì la spiegazione è semplice, e non è colpa di Ryanair, in questo caso, che ragiona da vettore privato. In questo momento la Sicilia è un mercato appetibile per la compagnia, ma rispetto a Palermo e Catania Trapani è l’aeroporto che porta meno passeggeri, e che ha meno possibilità di sviluppo. Trapani paga dunque ancora una volta il suo deficit strutturale e politico, dato che non c’è nessuno in grado di difendere le ragioni del territorio. E il fatto che non ci sia un futuro per Trapani Ryanair lo capisce da come è andato avanti il famoso contratto di co – marketing, cioè quel meccanismo, assolutamente in spregio alla libera concorrenza, che prevede che Ryanair faccia scalo in un aeroporto solo se gli enti locali si impegnano a comprare pubblicità negli spazi che gestisce una società concessionaria di Ryanair. Un contratto onerosissimo per il territorio, che i Comuni non riescono ad onorare.

Le rotte tagliate fino a Marzo 2018 sono: Trapani – Roma, Trapani – Genova, Trapani – Parma, Trapani – Cracovia, Trapani – Trieste, Trapani – Francoforte, Trapani – Baden Baden. Il clima per Trapani è fosco. Da un lato alcuni comuni non hanno ancora versato le loro quote per il co-marketing e dall’altro lato ancora non è terminata la gara dello scorso  15 maggio 2017 che Airgest ha indetto per trovare un vettore low – cost per i prossimi 28 mesi, sempre con il meccanismo della “finta” campagna promozionale. L’importo è di  20.280.000,00 euro oltre IVA. . “Per quanto riguarda lo scalo di Birgi – dice Franco Giudice, presidente dell’Airgest – non bisogna fare confusione con la situazione attuale di Ryanair che ha portato la compagnia a cancellare, per il prossimo inverno, in tutti gli aeroporti una serie di voli già prenotati. Qui le questioni sono due: da un lato ci sono i problemi operativi di Ryanair e dall’altro la non messa in vendita dei voli a causa di una programmazione invernale ed estiva che vede una forte riduzione della presenza del vettore. Non è stato, infatti, ancora rinnovato l’accordo di co-marketing, per cui era già stata annunciata la gara, ed evidentemente Ryanair ha diminuito il numero dei voli non avendo gli incentivi che sono stati erogati in passato. Questa situazione sta creando disagi tra i passeggeri, ma avrà dei riflessi anche sui lavoratori perché ci saranno giorni in cui il primo volo partirà dopo le 14 e avremo anche giorni scoperti”.

Ad oggi risulta che sei comuni del trapanese sono ancora in debito per il co-marketing precedente, per un totale di 525 mila euro. Cifra che Ryanair attende dallo scorso gennaio, termine ultimo entro il quale erogare le somme stabilite per l’intesa sottoscritta nel 2014, per la durata di tre anni.

“Chi risarcirà adesso per l’enorme danno apportato al comparto turistico-commerciale della nostra provincia?” si chiede il senatore Maurizio Santangelo.  Dietro le quinte però si stanno muovendo gli ambasciatori della compagnia irlandese che ufficialmente non ammettono incontri con il personale “organizzato” ma in realtà sono pronti a incontrare i piloti nei prossimi giorni per ammansirli. Intanto in Italia le organizzazioni sindacali si stanno organizzando per unire i dipendenti della compagnia e accoglierli nelle proprie organizzazioni. Uno scenario all’interno del quale si inserisce Norwegian Air, il vettore low cost di lungo raggio che ha siglato nei giorni scorsi i contratti di lavoro “veri” con i sindacati che “lodano” l’impegno del vettore norvegese nel campo dei diritti di chi lavora sugli aerei. Da Dublino intanto escono i primi numeri del grande esodo di piloti. Non sarebbero 700 ma non meno di 260 i comandanti e primi ufficiali che hanno voltato le spalle a O’Leary per andare in altre compagnie concorrenti che offrono più dei 120mila o 180mila euro lordi annui. Questo per ammissione dello stesso gruppo irlandese che parla di prossime assunzioni per 650 piloti. Nel frattempo si muove l’agenzia per l’aviazione civile della Gran Bretagna (Caa) e (prima in Europa) pressa il vettore minacciando pesanti contenziosi legali per la scarsità di informazioni ai passeggeri. E la banca Hsbc riduce ancora il target del titolo Ryanair abbassandolo da 16 a 15 euro.