Sicilia Digitale a rischio fallimento, alla partecipata restano solo 4 mesi di vita

Rischio fallimento per Sicilia Digitale, la partecipata regionale che gestisce il sistema informatico dell’amministrazione. A lanciare l’allarme sono i sindacati. Per Francesco Foti, segretario provinciale di Fiom Cgil “i timori di un buco da 50 milioni di euro e la conseguente possibilità di un fallimento stanno destando enorme allarme tra i dipendenti, spaventati per il loro futuro. C’è bisogno di un immediato chiarimento. Chiediamo che non siano i lavoratori a essere penalizzati per errori gestionali dovuti a chi ha guidato la società”.

Nei giorni scorsi la Fiom aveva chiesto un incontro con l’assessore Gaetano Armao per discutere dell’applicazione del contratto e degli inquadramenti dei lavoratori di Sicilia Digitale. Richiesta avanzata anche dalla Uilm Palermo. Abbiamo già chiesto un incontro al Governo regionale. Non c’è più tempo da perdere, siamo preoccupati per il futuro di Sicilia digitale ma soprattutto per i suoi lavoratori. Vogliamo capire la reale situazione, visto che sino ad oggi dall’Azienda non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione” – afferma il segretario Enzo Comella.

La preoccupazione dei sindacati nascono da una relazione del nuovo amministratore unico scelto dal governo Musumeci, Dario Corona, che attacca la Regione, primo debitore dell’azienda.  “La nostra preoccupazione – dice Dario Colombo, direttore generale di Sicilia Digitale – è che il cliente non paghi, lasciandoci con un buco in bilancio difficile da gestire”. Per clienti Colombo intende la Regione. Debiti, contenziosi (alcuni con la Regione stessa), gli affitti (la società spende 383 mila 149 euro l’anno per l’affitto della sede in via Thaon de Revel, a Palermo) stanno affondando la partecipata e con essa i 116 dipendenti, 80 a tempo indeterminato fra cui 4 dirigenti, 13 quadri e 63 impiegati, i primi che pagheranno il fallimento dell’azienda.