Simona Vicari: “Cefalù, non ti riconosco più”

Ha parlato al femminile la Perla del Tirreno fino al 2007, sono da poco trascorsi dieci anni e Cefalù sembra essere tornata indietro nel tempo, precipitando in una sorta di limbo dal quale non riesce ad uscire. Cefaluweb ha incontrato Simona Vicari l’attrice principale di quegli anni che rimangono un ricordo nelle menti dei tanti cefaludesi. “Sono stata sindaco per due mandati – esordisce la senatrice Vicari confluita da poco in “Noi con l’Italia” – arrivai a Cefalù alcuni mesi dopo la mia elezione al parlamento siciliano e da alllora mi sono sempre spesa per la città e per il territorio”.

Faccio subito l’avvocato del diavolo e con vena polemica ricordo all’ex primo cittadino che c’è chi la addita come la responsabile del dissesto. “Sono ben lieta di poter immediatamente affrontare l’argomento, queste sono solo accuse politiche, credo invece di aver fatto ben altro per la città. Del resto se avessi avuto responsabilità in questa vicenda la magistratura contabile avrebbe dovuto citarmi. Quando mi insediai trovai crediti non riscossi per ben 12 miliardi delle vecchie lire e insieme alla giunta iniziammo a incassare ciò che in tanti dovevano alla cassa del comunale. Per il resto credo che i risultati dei miei due mandati siano sotto gli occhi di tutti. Cefalù aveva le periferie degradate e iniziai un’opera di rivalutazione del territorio per far crescere la qualità della vita e restituire dignità a luoghi come lo Spinito, giusto per fare un esempio. Cefalù non possedeva il servizio di trasporto pubblico, l’acqua non era potabile, il porto era abbandonato, gli impianti sportivi e il teatro comunale facevano parte delle opere pubbliche incompiute, per le quali erano stati spesi fiumi di denaro senza mai giungere al termine della loro realizzazione. Alla fine della mia doppia sindacatura tutto quello di cui ho parlato non solo era stato realizzato, grazie a finanziamenti regionali, statali ed europei, quindi senza inataccare le risorse comunali, ma tanto altro ancora era in via di definizione e chi ha amministrato dopo di me ha poi deciso di rinunciare ai finanziamenti. Cito per esempio il depuratore di Torretonda, la riconversione del vecchio mercato del pesce e il piano strategico commerciale. Oggi la città è tornata indietro di vent’anni, le reti sono al collasso e l’acqua non è potabile, giusto per puntare lo sguardo su fatti di cronaca cittadina degli ultimi mesi”.

Oltre a ricoprire la carica di sindaco lei è senatore e il territorio di riferimento è quello di cui Cefalù fa parte: le Madonie. “La città di Ruggero ha perso negli anni la sua centralità. Durante il mio decennio amministrativo la città è stata sede progettuale del Pist e del Prusst. E’ comunque tutto il territorio che dovrà essere protagonista nei prossimi anni, se vorrà crescere passando attraverso sinergie che saranno fondamentali per lo sviluppo”.

E’ notizia di questi giorni il suo passaggio a “Noi con l’Italia”, il movimento di Fitto, Lupi e Romano, risponderà a una eventuale chiamata per scendere in campo? “Sono senatrice uscente quindi è naturale che mi interpelleranno, sono sempre stata in mezzo alla gente e le campagne elettorali, che non sono mai facili, mi hanno sempre fornito stimoli nuovi, dovremo lottare contro il “populismo diffuso”. Ho sempre creduto nei programmi e in chi si spende per metterli in atto con abnegazione. Reputo che la nostra coalizione sia formata da persone che hanno messo in cantiere un progetto che potrà essere di rilancio per la Nazione”. (da Cefalùweb)