Slow Food Sicilia, parla Gugliotta: “Altro che sfiducia, c’è chi gioca sporco”

Gugliotta

“Apprendiamo con tantissimo stupore alcune notizie che riguardano Slow Food Sicilia e che smentiamo categoricamente”. Una smentita, diceva qualcuno, è una notizia data due volte. Ma Saro Gugliotta, presidente di Slow Food Sicilia, in questo caso, non solo smentisce la notizia data da Cronache di Gusto e ripresa da questo giornale ma rilancia. E aggiunge notizie, dubbi e perplessità sul rinnovo delle cariche in una associazione che ha acquisito nel tempo una grande autorevolezza.

Dunque partiamo dalla prima questione: la sfiducia.

Per prima cosa, per riportare correttamente le informazioni, non c’è stata nessuna sfiducia nella persona del presidente Saro Gugliotta, infatti, come risulta da tutti gli atti ufficiali, la sfiducia non è contemplata dallo statuto di Slow Food, soprattutto nei modi in cui si sono svolti i fatti. Seconda cosa da smentire è che in atto non è previsto nessun commissariamento.

Due smentite in un colpo solo. Ci dica qualcosa di nuovo.

La notizia vera e incontrovertibile è che il comitato esecutivo regionale rimane in carica e svolgerà i suoi compiti istituzionali fino ad aprile, mese in cui ci saranno i rinnovi di tutte le cariche regionali. Allora ci chiediamo cui prodest? A chi giova, in pieno percorso congressuale, fare tutto questo sensazionalismo, trasformando delle dimissioni in una implosione di Slow Food Sicilia?

Giusto, cui prodest.

Il direttivo di Slow Food Sicilia uscente avrebbe comunque finito il suo mandato fra poco più di un mese e allora sorge forte il sospetto che le dimissioni non abbiano veramente nulla a che vedere con l’implosione di Slow Food in Sicilia, ma possano essere veramente pretestuose. Il comitato esecutivo regionale residuo aveva deciso di mantenere un atteggiamento di assoluta riservatezza su una questione così delicata e in corso di sviluppo, avendo già dato comunicazione immediata all’esecutivo nazionale e subito dopo alle condotte Slow Food siciliane, il tutto per non incidere in nessun modo sul percorso congressuale attualmente in corso. E allora ribadiamo cui prodest?

Lei fa domande, ci dia qualche risposta.

A chi giova creare scompiglio e allarmismo, screditando non tanto il presidente di Slow Food Sicilia, ma tutto il movimento che rappresenta in Slow Food in Sicilia, diffondendo notizie non verificate, fuorvianti e tendenti a dimostrare qualcosa che non c’è. Viene pertanto fortissimo il sospetto che qualcuno, riportando questo tipo di informazioni, voglia strumentalizzare la vicenda a fini politici, in visione dell’imminente congresso regionale, come nelle più bieche contese elettorali, nelle quali subito prima di una elezione si genera una gran bagarre. Ebbene questo non è il nostro stile, né mai chi vive bello stile Slow Food si dovrebbe prestare a queste bassezze che certamente non appartengono al mondo del buono, pulito e giusto.

Una manovra di palazzo? Il tentativo di mettere le mani su Slow Food?

Le “notizie”, decisamente pretestuose, riescono comunque nel loro intento di insinuare dubbi e perplessità, raggiungendo l’unico scopo di screditare il movimento di Slow Food in Sicilia, che in tanti anni faticosamente è riuscito a diventare il riferimento del movimento del cibo, sia a livello istituzionale regionale che in tutto il tessuto sociale della Sicilia. Ebbene rivendichiamo con forza che tutti i risultati positivi ottenuti in Sicilia, provengono dal lavoro capillare, costante e incisivo prodotto in primis dalle condotte siciliane e per quanto riguarda il comitato esecutivo regione, senza ombra di dubbio, generati per la massima parte dai componenti che sono rimasti tuttora attivi nel comitato esecutivo regionale e che certamente hanno diritto ad avere riconoscenza per le meritevoli azioni svolte da Slow Food in Sicilia.